(Teleborsa) – Il Consiglio di Amministrazione di , riunitosi oggi, ha esaminato il Resoconto intermedio di gestione al 31 marzo 2019, evidenziando nel trimestre un incremento significativo dell’EBITDA a 255 milioni di euro, grazie alla buona performance operativa di tutte le aree di business e, in particolare, della filiera energia elettrica, attraverso il rilevante contributo delle fonti rinnovabili.
In crescita anche il risultato netto che si è attestato a 79 milioni di euro rispetto ai 42 milioni di euro dello stesso periodo del 2018. L’indebitamento finanziario netto al 31 marzo 2019 è stato invece pari a 615 milioni di euro, in aumento se paragonato ai 416 milioni di euro precedenti, e tiene conto dell’applicazione del nuovo principio contabile IFRS 16 che all’1 gennaio 2019 ha comportato un incremento del debito di 165 milioni di euro.
Per quanto riguarda la governance, per il 2019 Edison conferma una stima di EBITDA in un intervallo compreso tra i 720 e i 780 milioni, senza eventuali nuove operazioni di M&A.
Nel periodo esaminato la domanda italiana di energia elettrica è diminuita dell’1% rispetto al primo trimestre del 2018 attestandosi a 80,3 TWh, il Prezzo Unico Nazionale (PUN) si è attestato ad un valore medio di 59,4 euro/MWh. Questo ha registrato un incremento del 9,4% rispetto ai 54,3 euro/MWh dello stesso periodo del 2018, a causa della riduzione delle importazioni e delle temperature più rigide nel mese di gennaio. Trend che si è invertito in febbraio e marzo per via della contrazione della domanda e dell’accresciuta disponibilità di energia da fonti rinnovabili.
Analogamente, nel primo trimestre dell’anno i consumi di gas sono calati dell’1,7% rispetto al periodo di confronto, attestandosi a 25,5 miliardi di metri cubi. Sul fronte dei prezzi, il gas spot in Italia si è attestato nel primo trimestre 2019 a un valore medio di 22,0 centesimi per metro cubo (-4,8% rispetto allo stesso periodo del 2018) registrando un andamento decrescente nel corso del trimestre.
Infine, sempre nei mesi di gennaio, febbraio e marzo di quest’anno, le quotazioni del petrolio hanno avuto un valore medio di 63,9 dollari al barile, in flessione del 4,9% rispetto allo stesso periodo del 2018.