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Primo maggio, gita “fuori porta” per un italiano su quattro

(Teleborsa) – Una “gita fuori porta”. E’ stata la scelta di un italiano su 4 per festeggiare la giornata del primo maggio 2019. Anche organizzando il classico picnic nel verde nel rispetto della tradizione al mare, in montagna, in campagna o comunque in accoglienti angoli all’aperto, fuori e dentro le città. E nonostante il tempo incerto. E’ quanto emerge dall’analisi Coldiretti/Ixè sul modo più popolare per vivere la storica ricorrenza della Festa del lavoro che vede quest’anno la novità delle iniziative proposte durante la giornata dagli agricoltori di Campagna Amica, con la proposta, accolta con entusiasmo, di picnic per così dire “personalizzati” nei luoghi più suggestivi del Paese.

Sono peraltro ben quasi 5 milioni, più o meno, gli italiani che, come sottolinea Coldiretti, non si sono accontentati solo della gita fuori porta ma hanno colto l’occasione per trascorrere una vera e propria vacanza. In circa 4 milioni hanno invece deciso di partecipare a manifestazioni, concerti ed eventi tipici del primo maggio. Nella scelta delle mete gli italiani, come del resto è sempre accaduto, si dividono tra quanti preferiscono la spiaggia e quelli che prediligono invece il relax nel verde. In questo “primo scorcio” di 2019, anno particolarmente di una tendenza sostenuta da una accresciuta sensibilità ambientale che sta portando alla riscoperta della vacanza “a chilometro zero”, spesso con luoghi da raggiungere in giornata, con quasi 900 parchi e aree naturali protette che coprono il 10% del territorio nazionale.

Non solo relax, ma anche gastronomia per la Festa del lavoro. Tra i piatti più gettonati nei picnic, in prevalenza, come abitudine consolidata, lasagne, salumi, formaggi, uova sode e le tradizionali grigliate di carne, pesce ed anche verdure. Ma su tutto, quasi in barba ai timori di sempre possibili allergie, ha vinto il tradizionale abbinamento fave e pecorino, immancabile sulle tavole nel Lazio, ma anche in Umbria, Abruzzo, Marche e Molise.

In Liguria si è affermata la variante di fave e salame, mentre in Veneto, ma soprattutto nel vicentino, non può mancare il tradizionale bollito di “ossi de mas-cio”, ossia quel piatto fumante di ossi di maiale lessati cotti in acqua e odori per almeno tre ore in un pentolone colmo d’acqua in ebollizione, come per rispettare l’antico detto che “del maiale non si butta via niente” e che “El mas’cio xe na botéga”, ovvero che “il maiale è una bottega”.

In Sardegna, invece, non si è praticamente ovunque rinunciato al tradizionale porceddu allo spiedo, mentre in tutto il sud Italia una vera festa all’aperto che si rispetti contempla sempre una buona frittata di maccheroni e una teglia di pasta al forno arricchita con polpettine, salame e mozzarella. In Sicilia invece un bel pic nic ha previsto, come sempre, il tipico pane cunzato con acciughe, olio sale origano e pomodoro; in Romagna ancora una volta la conferma (eterna) del trionfo della piadina con il formaggio squacquerone.

Cibi semplici e genuini, in molti casi consumati negli agriturismi dove, secondo dati di Campagna Amica, sono state raggiunte circa 400 mila presenze a tavola. Peraltro molte aziende agrituristiche si erano già da tempo attrezzate per offrire alloggio e pasti completi, con la possibilità anche di “colazioni al sacco” o con la semplice messa a disposizione spazi per picnic, tende, roulotte e camper per rispettare le esigenze di indipendenza di chi ama prepararsi da mangiare in piena autonomia ricorrendo eventualmente solo all’acquisto dei prodotti alimentari reperibili in loco..


Fonte: https://quifinanza.it/finanza/feed/

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