(Teleborsa) – Ci sono importanti novità di trattamento dei candidati ai corsi di specializzazione per diventare docente di sostegno, organizzati dalle Università sulla base dei decreti ministeriali. La prova scritta, che verterà su una o più tematiche, verrà svolta da un numero doppio di candidati rispetto ai posti disponibili, più tutti coloro che hanno conseguito lo stesso punteggio dell’ultimo degli ammessi: questo significa che, a seguito della prova scritta e prova orale, sarà bocciato il 50% (e anche più) dei candidati.
Per la valutazione della prova scritta rimane in vigore il DM 30 settembre 2011, che stabilisce a 21/30 la soglia di sufficienza. Quindi, anche qualora le Università non lo avessero indicato nel bando, scrivendo semplicemente che la prova sarà valutata in trentesimi, rimane comunque valido il decreto, sicuramente ricordato nelle premesse.
Inoltre, a differenza della preselettiva, le prove scritte non prevedono domande a risposta chiusa. E sono svariate le tematiche su cui verteranno le prove: le competenze didattiche diversificate in funzione del grado di scuola; le competenze su empatia e intelligenza emotiva; le competenze su creatività e pensiero divergente; le competenze organizzative e giuridiche correlate al regime di autonomia delle istituzioni scolastiche.
Secondo il giovane sindacato della scuola, Anief “ci troviamo davanti all’ennesima stortura relativa all’organizzazione di questi corsi specializzanti sul sostegno agli alunni disabili. Invece di produrre una selezione seria, improntata sull’efficienza e sull’effettiva necessità di individuare i docenti più adatti e competenti per svolgere il delicato ruolo di affiancamento degli alunni con disabilità nel loro percorso formativo, si è partiti male e si sta finendo peggio. Prima si è ristretto davvero troppo il cerchio dei posti da assegnare”. Il sindacato autonomo ha immediatamente impugnato al Tar del Lazio quella scelta, ufficializzata dal Miur attraverso il Decreto del 21 febbraio 2019, che ha di fatto dato il via alla selezione dei tanti aspiranti ai corsi di specializzazione.
Marcello Pacifico, Presidente nazionale Anief, ricorda che “è inconcepibile autorizzare per tutto il Piemonte 200 posti, oppure 320 posti per la regione Emilia-Romagna, a fronte – per esempio – di 1.150 posti autorizzati in Calabria, 1.380 posti nella Marche e 1.240 in Puglia. Questi ultimi numeri, sopra i mille posti, dovevano essere concessi per tutte le regioni d’Italia, considerando che nell’anno scolastico in corso sono stati 51.107 i docenti a cui è stata affidata una cattedra di sostegno senza il prescritto titolo di specializzazione”.