(Teleborsa) – Chi, in occasione delle recenti Feste, ha viaggiato in auto lungo lo Stivale si è già accorto dei rincari ma in vista del prossimo ponte la situazione si preannuncia peggiore. Nelle ultime ore le compagnie petrolifere Eni, IP e Italiana Petroli hanno, infatti, ritoccato al rialzo i listini di benzina e gasolio alla pompa (1 centesimo per entrambi i carburanti), aggravando la spesa per i rifornimenti a carico dei 6,5 milioni di italiani che si sposteranno in auto nei prossimi giorni. A far lievitare i prezzi dei prodotti petroliferi è l’aumento delle quotazioni del greggio che risente dell’inasprimento delle sanzioni Usa all’Iran e delle tensioni in Libia.
Secondo i dati diffusi dal Codacons, il prezzo della verde in modalità servito ha raggiunto la media di 1,750 euro/litro, mentre il diesel costa mediamente 1,643 euro/litro. Dall’analisi emerge un aumento di circa 5,5 euro per un pieno di gasolio e di 4 euro per un pieno di benzina rispetto ad aprile 2018, con un rincaro alla pompa che raggiunge quota +7% su base annua.
Ma in autostrada il prezzo della benzina può arrivare a superare la soglia dei 2 euro al litro per il servito. Per fare un esempio sull’A1 Milano-Napoli, sono 11 le aeree di servizio dove tale limite viene oltrepassato fino a raggiungere i 2,071 euro a San Pietro (Napoli). Scorrendo l’elenco disponibile sul sito dell’Osservatorio carburanti del Mise si contano, inoltre, prezzi esorbitanti anche in sei stazioni di servizio dell’A4 Venezia-Trieste e in tre aree dell’A3 Salerno-Reggio Calabria con picchi diffusi in tutta Italia.
Un aumento che “non solo colpisce il turismo nel grande esodo dei ponti di primavera ma – sottolinea la Coldiretti – è destinato a contagiare l’intera economia”. In un “Paese come l’Italia dove l’85% dei trasporti commerciali avviene per strada” Coldiretti mette in guardia sulle ricadute dell’aumento dei prezzi del carburante come la riduzione del potere di acquisto degli italiani e l’aumento dei costi per le imprese. “A subirne gli effetti – afferma la Coldiretti sulla base dei dati Ismea – sarà, in particolare, l’intero sistema agroalimentare dove i costi della logistica arrivano ad incidere fino dal 30 al 35% sul totale dei costi per frutta e verdura”.