(Teleborsa) – ha chiuso il 1° trimestre 2019 con un utile netto di 1,09 miliardi, in crescita del 15% rispetto all’anno precedente ed un utile netto adjusted di 0,99 miliardi (pressoché stabile rispetto al 2018 e +4% escludendo gli effetti IFRS 16).
L’utile operativo adjusted è pari a 2,35 miliardi nel trimestre, sostanzialmente in linea con il primo trimestre 2018. Escludendo per omogeneità il risultato di Eni Norge del 2018, crescita del 10% o del 7% escludendo gli effetti IFRS 16. Inoltre l’utile operativo del 2019 sconta lo storno di un profitto per utili interni prodotti ma non ancora realizzati con terzi per 134 milioni (+58 milioni da attribuire al primo trimestre 2018).
“Sono molto soddisfatto dell’eccellente performance industriale e finanziaria realizzata da Eni nel primo trimestre 2019”, ha affermato l’Amministratore delegato Claudio Descalzi, citandola brillante performance del business E&P, che migliora i propri risultati economici del 25% ed i buoni risultati del settore G&P in aumento del 16%.
La produzione di idrocarburi del trimestre è pari a 1,83 milioni di boe/giorno, in calo dell’1,3% al netto dell’effetto prezzo e del portafoglio. Il prezzo medio del Brent assunto è di 63,20 dollari/barile, in calo del 5% sul 2018, ma per effetto dell’andamento del cambio il prezzo in euro (55,65) è superiore del 2%.
La generazione di cassa operativa è pari a 2,1 miliardi di euro, mentre la generazione di cassa prima della variazione del circolante ed escludendo l’utile/perdita di magazzino è pari a 3,42 miliardi nel trimestre, in crescita dell’8% e superiore agli investimenti netti pari a 1,85 miliardi (al netto dell’acquisto di riserve in Alaska e in Algeria).
Indebitamento finanziario netto pari a 14,5 miliardi, di cui circa 2 miliardi relativi alla lease liability di competenza dei partner nelle Joint Operation upstream operate da Eni. Escludendo integralmente l’effetto dell’applicazione dell’IFRS 16, il debito netto è pari a 8,68 miliardi.
Quanto all’outlook, Eni conferma la guidance e indica un Capex di 8 miliardi per il 2019 ed una generazione di cassa prima della variazione del circolante pari a 12,8 miliardi. Confermata la copertura degli investimenti organici e del dividendo allo scenario Brent
di circa 55 dollari/barile nel 2019.