(Teleborsa) – Cresce la rabbia per le prove di accesso ai corsi di sostegno, sulla base dei risultati dei test svolti il 15 e 16 aprile scorsi: “è tanta la delusione per le modalità di svolgimento, a partire dai mancati controlli e dalla possibilità che i risultati non corrispondano a reale preparazione”, scrive la rivista Orizzonte Scuola: ai posti distribuiti in malo modo, all’annullamento delle prove svolte in tre atenei e la sequela di inefficienza denunciate dalla stampa nazionale, nella giornata di oggi si è concretizzata la beffa sulle ammissioni casuali denunciata subito dall’Anief, fatta di candidati bocciati con 27/30 e altri invece ammessi con 0/30. Ma nella stessa giornata, il Tribunale Amministrativo del Lazio ha dato ragione al sindacato.
“A seguito di questa decisione del Tar – spiega Marcello Pacifico, presidente nazionale Anief – il Miur avrà 60 giorni di tempo per giustificare l’ingiustificabile e dare conto in tribunale al nostro sindacato delle scelte illogiche e non parametrate all’effettivo fabbisogno di docenti di sostegno specializzato nelle nostre scuole. Siamo certi che otterremo definitiva ragione e il Miur sarà costretto a rivedere in modo consistente il numero dei posti attivati per il prossimo TFA Sostegno. Nel frattempo, continua ancora con più vigore la raccolta di adesioni da parte dei candidati esclusi al ricorso contro l’ingiusta esclusione dai corsi: hanno facoltà di aderirvi tutti i candidati al Tfa Sostegno che in occasione delle prove di metà aprile hanno conseguito almeno la sufficienza, pari ad almeno 18/30, e si sono ritrovati però estromessi”.
I casi limite delle Università
Così è accaduto che nell’Università della Basilicata secondaria di I grado, chi ha conseguito un punteggio da 27/30 in giù non è stato ammesso alla prova. Questo perché i posti erano molto pochi, solo 15, per cui superano la prova solo i primi 40 (numero doppio più tutti coloro che hanno il punteggio dell’ultimo degli ammessi). Il più bravo ha totalizzato 29/30, determinando il destino dei suoi colleghi. Invece, all’Università di Urbino, l’ultimo degli ammessi alla prova scritta per la primaria ha totalizzato 0/30. I posti a disposizione erano 150, per cui anche se il più bravo dei candidati ha avuto 30/30, il numero non alto dei partecipanti (183) ha permesso che anche chi non aveva praticamente svolto la prova venga ammesso alla prova scritta. Sempre secondo Orizzonte Scuola, “ci troviamo davanti ad “una disparità che – per la sua distanza – fa riflettere sull’impostazione della prova”. Con questa sessione di test d’accesso, infatti, “è stata eliminata la contestata soglia di 21/30 delle precedenti edizione del corso, ma questa modalità rischia di creare delle disparità ancora maggiori”.
Cosa accadrà ora?
Adesso, il Tar del Lazio ha accolto le tesi del nostro sindacato e ordinato al Miur l’immediata revisione dei posti autorizzati e la produzione di una dettagliata relazione “allegando ogni relativo supporto documentale come i pareri espressi dai Comitati regionali di coordinamento delle Università in merito alla congruenza tra le offerte formative comunicate dalle Università e il fabbisogno di personale specializzato rilevato dagli Uffici Scolastici Regionali; i provvedimenti con i quali gli Uffici Scolastici Regionali hanno espresso il fabbisogno degli insegnanti specializzati sul sostegno per il triennio 2019-2021; i documenti attestanti la consistenza degli organici di sostegno di diritto e “in deroga” nelle diverse regioni italiane; i documenti attestanti il numero degli insegnanti specializzati impiegati nei posti di sostegno di diritto e “in deroga” nelle diverse regioni italiane e ogni altro documento ritenuto utile ai fini della controversia”.