(Teleborsa) – Una lieve ripresa dell’attività economica anche se persiste una debolezza di fondo che si percepisce nelle imprese che hanno tagliato i loro piani d’investimento, spaventate dall’incertezza economica e politica.
Pil in aumento dello 0,1% nel primo trimestre del 2019. Così la Banca d’Italia nel Bollettino Economico, secondo cui “l’attivita’ economica avrebbe lievemente recuperato all’inizio di quest’anno, dopo essere diminuita nella seconda metà del 2018”. L’Italia esce cosi’ dalla recessione tecnica, caratterizzata da due trimestri negativi tra luglio e dicembre dell’anno scorso.
Recupera anche il mercato del lavoro. “Si arresta il calo dell’occupazione nel primo bimestre dell’anno. In particolare, sulla base dei dati preliminari della Rilevazione sulle forze di lavoro, nei primi due mesi del 2019 il tasso di partecipazione e quello di disoccupazione sarebbero rimasti stabili rispetto al bimestre precedente”.
INVESTIMENTI AL RIBASSO – Il quadro comunque è tutt’altro che roseo. Le imprese infatti “indicano condizioni sfavorevoli per la domanda corrente, in particolare quella proveniente dalla Germania e dalla Cina, ma prevedono un contenuto miglioramento nei prossimi tre mesi; prefigurano inoltre una revisione al ribasso dei piani di investimento per l’anno. Secondo le imprese le prospettive risentono sia dell’incertezza imputabile a fattori economici e politici, sia delle tensioni globali sulle politiche commerciali”.
IL NODO DEL DEBITO PUBBLICO – Banca d’Italia sottolinea però come nel 2018 “il debito pubblico italiano sia aumentato a oltre il 132% del Pil, rispetto al 131,4% del 2017. L’incremento è superiore di 0,3 punti percentuali di Pil rispetto a quanto atteso dal Governo a dicembre, soprattutto a causa di una crescita del prodotto nominale inferiore alle previsioni ufficiali”.
L’aumento del debito nel 2018 (52,9 miliardi), secondo Bankitalia “rispecchia in larga parte il fabbisogno delle amministrazioni pubbliche nonchè l’incremento delle disponibilità liquide del Tesoro e l’effetto complessivo della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e degli scarti e dei premi di emissione e di rimborso”. “Nel quadro programmatico per i prossimi anni sia il disavanzo sia il debito si ridurrebbero, anche grazie al gettito atteso dalle cosiddette clausole di salvaguardia”, precisa la Banca d’Italia, riferendosi al Def e alle clausole che prevedono l’aumento dell’iva e delle accise.
Investitori esteri acquistano titoli – Infine, nel primo bimestre del 2019 gli investitori esteri sono tornati ad acquistare titoli pubblici italiani, segnala ancora la Banca d’Italia ricordando come il 2018 si sia chiuso con vendite nette per 51 miliardi di euro. In particolare, gennaio ha registrato acquisti netti per 22 miliardi, mentre febbraio ha segnato un dato negativo di 5 miliardi, per un saldo netto positivo nel periodo pari a 17 miliardi.