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DEF, Upb: manovra 2020 parte da 25 miliardi

(Teleborsa) – Nel 2020 serviranno coperture “per 25 miliardi” escludendo le “ulteriori misure compensative” per la Flat Tax. Nel dettaglio circa 2 miliardi (1,8) per gli investimenti e circa 23 miliardi se non si vogliono fare scattare gli aumenti Iva.
Lo si evince dalla tabella allegata al documento consegnato dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio, durante la sua audizione sul DEF, il Documento di Economia e Finanza.

L’Ufficio parlamentare di Bilancio ha validato anche il quadro macroeconomico programmatico contenuto nel Def perché previsioni del Mef sono “nel complesso coerenti” con quelle del panel Upb. lo ha detto il Presidente Giuseppe Pisauro, in audizione sul Def, ribadendo però che “lo scenario macroeconomico a medio termine dell’economia italiana resta condizionato da forti rischi, prevalentemente orientati al ribasso, che inducono cautela nelle previsioni”.

Per l’Upb “nel caso estremo in cui l’indebitamento netto tendenziale accresciuto degli effetti delle politiche invariate non sia finanziato attraverso l’attivazione delle clausole e la manovra prevista dal Def e il debito non si riduca per effetto degli introiti da privatizzazioni si avrebbe un aumento del debito, che si attesterebbe al 134,7 per cento nel 2021 e al 135,4 per cento nel 2022″.

Alzi la mano, insomma, chi vorrebbe essere nei panni, piuttosto scomodi, del Ministro dell’Economia Giovanni Tria chiamato a trovare la quadra fra le esigenze di Lega e M5s, i vincoli europei, una crescita stagnante e il totem politico della sterilizzazione dell‘aumento Iva.

L’enigma ruota tutto attorno a una parola: coperture. Ma soprattutto dove e come trovarle visto che in sottofondo l’obiettivo da tenere bene a mente è evitare di far esplodere i conti pubblici portando il debito fuori controllo ed esponendo il Paese, già sorvegliato speciale, al cartellino rosso che Bruxelles è sempre sul punto di tirare fuori.

Un “puzzle complesso” -lo definisce l’Ufficio parlamentare di bilancio – le cui fondamenta poggiano su una crescita e un debito che potrebbero fare peggio del previsto, con l’incognita dello spread e di un piano di privatizzazioni che rischia di rivelarsi “in tutto o in parte inattuabile”.

SENZA AUMENTO IVA DEFICIT SALE AL 3,4%Criticità e rischi, dunque, sono sempre in agguato. Se non si attueranno gli aumenti automatici dell’Iva, previsti a legislazione vigente, “il disavanzo si collocherebbe meccanicamente al 3,4% del prodotto nel 2020, al 3,3% nel 2021 e al 3% nel 2022”. Lo ha detto Eugenio Gaiotti, Capo economista di Bankitalia.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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