Se Quota 100 richiede 62 anni di età anagrafica con 38 di contributi, la Riforma Pensioni 2019 prevede anche altre novità che consentono di andare in pensione prima dei 60 anni. Si tratta in alcuni casi di formule specifiche (Opzione Donna), in altre di agevolazioni riservate alle lunghe carriere contributive (lavoratori precoci), in altre ancora si sfruttano strumenti appena introdotti come lo scivolo verso Quota 100, pagato dai fondi bilaterali, che di fatto permette di smettere di lavorare a 59 anni (con tre anni di anticipo sulla quota 100). Il sito delle piccole-medie imprese pmi.it ha messo in ordine le diverse opzioni possibili.
Opzione donna
Il decretone ha ampliato la platea alle nate fino al 1960. Di fatto, sono ammesse all’Opzione Donna le lavoratrici con 35 anni di contributi e 58 o 59 anni di età, a seconda che siano dipendenti o autonome. In entrambi i casi, il requisito deve essere maturato entro il 31 dicembre 2018.
Precoci
Consente di ritirarsi anche prima dei 60 anni poiché conta solo il requisito contributivo, che deve essere pari ad almeno 41 anni, indipendentemente dall’età. Il lavoratori precoce ha almeno un anno di contributi versati prima dei 19 anni, quindi di fatto matura la pensione proprio intorno ai 60 anni.
Scivolo Quota 100
E’ una nuova possibilità di esodo per la pensione previsto dall’articolo 22 del dl 4/2019. E’ una prestazione a carico dei fondi bilaterali che consente di ritirarsi quando mancano al massimo tre anni alla Quota 100, con una prestazione che viene pagata dall’azienda fino alla pensione, nell’ambito di accordi sindacali che prevedano la salvaguardia dei livelli occupazionali. In pratica, per ogni esodo incentivato con questo scivolo quota 100 l’impresa deve effettuare una nuova assunzione.
Isopensione
E’ una forma di esodo per la pensione previsto dalla riforma 2012, ancora utilizzabile e anzi ulteriormente potenziato fino al 2020, con un requisito di accesso più flessibile: sette anni, e non quattro, all’età per la pensione di vecchiaia. In pratica, è possibile utilizzare questo strumento quando mancano al massimo sette anni alla pensione di vecchiaia. Anche in questo caso la prestazione è interamente pagata dall’azienda, il lavoratore matura una pensione piena, è necessario specifico accordo sindacale.
Rita
La rendita temporanea anticipata è stata introdotta nel 2017 e poi riformata con la manovra dello scorso anno, sganciandola dall’APe volontaria. E’ utilizzabile da coloro che versano contributi alla previdenza complementare, e consiste nella possibilità di riscattarli, in tutto o in parte, per ottenere una rendita. Per averne diritto sono necessari determinati requisiti: cessazione dell’attività lavorativa, raggiungimento dell’età anagrafica per la pensione di vecchiaia entro cinque o dieci anni (ci sono due diversi profili possibili, a seconda della durata della disoccupazione). Per i disoccupati da meno di 24 mesi, ci vogliono anche 20 anni di contributi alla previdenza obbligatoria e cinque anni di iscrizione al Fondo a cui si chiede la Rita. Per i disoccupati da oltre 24 mesi, cinque anni i iscrizione ai fondi di previdenza complementare.
Pensione anticipata
Ovviamente resta la possibilità di andare in pensione anticipatamente avendo iniziato a lavorare in giovane età. Il requisito è di 42 anni e dieci mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e dieci mesi per le donne.