(Teleborsa) – La proposta per cui la ripartizione dei seggi in consiglio non può seguire un criterio di proporzionalità pura, ma deve rispettare un principio maggioritario, è “una posizione assolutamente condivisibile che crea un equilibrio ottimale tra rappresentanza dei soci in consiglio e necessaria unità di indirizzo dell’organo gestorio”. Lo afferma Assonime (Associazione fra le Società Italiane per Azioni) nella consultazione dell’autorità sulla nuova normativa riguarda la lista del CdA introdotta con la Legge Capitali.
La questione centrale nella disciplina sul voto di lista del consiglio è quella dei criteri di ripartizione dei posti in consiglio tra le liste, nell’ipotesi in cui la lista del consiglio abbia ottenuto il maggior numero di voti e le prime due liste di minoranza abbiano raccolto voti in misura superiore al 20%.
Assonime afferma che il tenore testuale del Regolamento potrebbe essere reso più aderente alla norma primaria, che, nell’articolo 147-ter.1, comma 3, lettera b), n. 2, riferisce il criterio di ripartizione proporzionale ai componenti del nuovo Consiglio di amministrazione di competenza delle minoranze, e non a tutte le liste, come previsto nella formulazione proposta.
In considerazione di ciò, si potrebbe valutare di riformulare il testo nel seguente modo: “b) nel caso previsto dall’articolo 147-ter.1, comma 3, lettera b), n. 2, con riferimento ai componenti del nuovo consiglio di amministrazione di competenza delle minoranze, la ripartizione dei posti (cancellando le parole “fra tutte le liste”) avviene in misura proporzionale ai voti conseguiti da ciascuna lista che abbia conseguito una percentuale di voti non inferiore al tre per cento, fermo restando che la maggioranza degli amministratori da eleggere è tratta dalla lista del consiglio di amministrazione”.
(Foto: Benjamin Child on Unsplash)