(Teleborsa) – Nel biennio 2022-2023 i principali indicatori fisici forniti dai conti satellite ambientali sono in flessione a fronte della crescita del Pil in termini reali. Nel 2023 il disaccoppiamento risulta assoluto poiché a fronte di una crescita del Pil, pari a +0,7%, decrescono tutti i principali indicatori fisici: il Consumo di energia diminuisce del 4,1%, le Emissioni di gas climalteranti si riducono del 5,3% e il Consumo materiale interno flette del 6,4%. Lo comunica l‘Istat nel report “Economia e ambiente: principali indicatori anni 2021-2023”.
Nel 2022, la crescita del Pil (+4,7%) si accompagna a una decrescita rilevante per il solo Consumo di energia (-3,1%), mentre il disaccoppiamento del Consumo materiale interno (+1,3%) è stato solo relativo, come per le Emissioni di gas climalteranti, rimaste stazionarie.
Nel 2022 il valore dei beni e servizi per la tutela ambientale è in forte espansione: 79,9 miliardi (+40,6% rispetto all’anno precedente). La Spesa per la protezione dell’ambiente si posiziona a 51,4 miliardi (+9,4%), mentre il gettito delle imposte ambientali cala a 45,4 miliardi (-18,9%) per poi recuperare nel 2023.
L’aumento del gettito delle imposte ambientali nel 2023 è pari al +19,4% (con un’incidenza sul Pil pari a 2,5% nel 2023). Sono 54,0 le tonnellate di CO2 emesse per ogni terajoule di energia consumato nel 2023: l’indicatore, in calo dal 2012 al 2020, torna a scendere nel 2023 (-2,4%) dopo due anni di crescita. Sono, infine, 250 e tonnellate di materia utilizzate nell’economia italiana per milione di euro di Pil nel 2023: prosegue nel 2022 e nel 2023 la tendenza alla riduzione dell’intensità materiale.