(Teleborsa) – Gli operatori della finanza devono “investire nel paradigma dell’informazione, che è, e ancor più sarà, quello dominante nel XXI secolo. Gestiamo informazioni preziose relative ai nostri clienti e alle loro attività. Dobbiamo rendere utilizzabili questi dati per offrire servizi. Migliori, più efficaci, meglio accessibili in ogni tempo e da ogni luogo, più facili da usare, più ricchi di contenuti e meno costosi. Devono essere, per noi operatori finanziari, una priorità assoluta, mentre li stanno offrendo anche operatori non bancari, che gestiscono sempre più ampiamente servizi finanziari: le bigtech e le fintech”. Lo ha affermato Gian Maria Gros-Pietro, Presidente di , intervenendo al 31° congresso degli operatori dei mercati finanziari, organizzato a Torino da Assiom Forex.
“Noi operatori finanziari europei dobbiamo investire nel paradigma dell’informazione, in persone e in tecnologie, sviluppando capacità operative al servizio della società e delle istituzioni – ha aggiunto – Dobbiamo farlo perché siamo i meglio attrezzati in termini di posizioni sul mercato e di capacità di investimento. Ma dobbiamo essere competitivi, in termini di tempi, di prestazioni e di costi. Per riuscirci, dobbiamo essere messi in condizioni di parità con gli operatori provenienti soprattutto dal sistema bigtech“.
Secondo Gros-Pietro, “non ci sarà parità finché gli operatori finanziari continueranno a essere obbligati a concedere alle bigtech accesso libero ai dati dei clienti consenzienti, senza alcuna reciprocità. Dati di immenso valore, che le banche europee raccolgono, verificano, aggiornano, custodiscono, e proteggono, sostenendo costi notevoli, vengono messi gratuitamente a disposizione di concorrenti che sono in prevalenza extraeuropei. Si concede così un vantaggio che indebolisce il settore finanziario, che al momento è, in Europa, quello maggiormente in grado di sviluppare il paradigma dell’informazione come sistema portante del funzionamento dei mercati”.
Il Presidente di Intesa Sanpaolo ha anche sottolineato che non va dimenticato che “abbiamo un tesoro, da difendere e valorizzare: il risparmio privato, che nell’Unione Europea ammonta a 33.000 miliardi di euro. Una fonte privilegiata, essenziale per contribuire a finanziare, accanto a quelle pubbliche, gli 800 miliardi annui di investimenti stimati necessari all’Europa per fronteggiare le transizioni da realizzare, e per organizzare una difesa comune. Anche da questo punto di vista, l’industria finanziaria è uno strumento essenziale, da salvaguardare e sviluppare”.