(Teleborsa) – Le banche centrali stanno esplorando la possibilità di emettere una valuta digitale della banca centrale (in inglese central bank digital currency, CBDC) al dettaglio da molti anni, ma finora sono state pochissime ad averne implementata una. Lo afferma un nuovo rapporto del think tank OMFIF, in collaborazione con Giesecke+Devrient.
Mentre molte banche centrali ritengono che saranno presto pronte per l’emissione, alcune forse non sono sufficientemente preoccupate per il ritmo del cambiamento nell’ecosistema dei pagamenti, viene sottolineato. Tre quarti degli intervistati del sondaggio delle banche centrali prevedono di emettere una CBDC. Mentre il 34% prevede di emetterne una in 3-5 anni, il 91% ha effettuato o condurrà studi di fattibilità.
Un terzo delle banche centrali ha ritardato le tempistiche di emissione e ciò è dovuto a una serie di ragioni, tra cui situazioni economiche e volontà politica.
Le CBDC sono ritornate al centro dell’attenzione dopo che, il 23 gennaio, il nuovo presidente statunitense Donald Trump ha firmato un ordine esecutivo per istituire un gruppo di lavoro sui mercati delle attività digitali, comprese le criptovalute, all’interno del National Economic Council, vietando al contempo alle istituzioni americane di sviluppare, emettere o utilizzare CBDC. L’ordine sostiene che una CBDC minaccerebbe la stabilità finanziaria, la privacy individuale e la sovranità degli Stati Uniti.
Il rapporto, con l’indagine sottostante che è stata completata prima di tale annuncio, evidenzia che l’inclusione finanziaria e la salvaguardia della sovranità monetaria delle banche centrali sono le principali motivazioni per le banche centrali dei mercati emergenti (44%) e per le banche centrali dei mercati sviluppati (50%), rispettivamente.
Inoltre, viene evidenziato che le banche centrali hanno compiuto notevoli progressi nell’affrontare i principali requisiti tecnici per l’emissione di una CBDC. I maggiori balzi sono stati nell’interoperabilità, nella sicurezza informatica e nei pagamenti offline.
In precedenza classificata come la caratteristica più difficile da realizzare, il 20% delle banche centrali intervistate segnala un miglioramento della soddisfazione per i progressi nei pagamenti offline, rispetto allo 0% del 2023. L’attenzione delle banche centrali si sta spostando sull’ottimizzazione dell’esperienza utente. La quota di intervistati che l’ha identificata come l’area più difficile è più che raddoppiata, arrivando al 27%.
(Foto: Kanchanara su Unsplash)