(Teleborsa) – Il Fondo Monetario Internazionale ha abbassato la previsione di crescita economica dell’Italia su quest’anno allo 0,7% e alzato quella per il 2026 al 0,9%. Le nuove previsioni sono contenute in un parziale aggiornamento del Word Economic Outlook. Rispetto ai dati dell’ottobre dello scorso, anno la crescita 2025 è stata ridotta di 0,1 punti percentuali, mentre quella sul 2026 è stata alzata di 0,2 punti percentuali.
“Le nostre leggere revisioni al ribasso per 2024 e 2025 sulla crescita dell’Italia riflettono fondamentalmente l’esito più debole che abbiamo visto, perché si è interrotto lo slancio delle spese sul Pnrr. E anche le sfide di medio termine hanno pesato, con gli aumenti dei rischi geopolitici”, ha spiegato Deniz Igan, durante la conferenza stampa di presentazione dell’aggiornamento al WEO.
Il Fondo monetario internazionale ha rivisto leggermente al rialzo la previsione di crescita economica globale di quest’anno al 3,3%, stesso tasso previsto per il 2026. Rispetto alle previsioni precedenti il dato del 2025 è stato alzato di 0,1 punti percentuali.
Il Fmi ha alzato la previsione di crescita economica degli Stati Uniti di quest’anno di 0,5 punti percentuali portando a +2,7%. L’attesa di crescita sul 2026 è stata alzata di 0,1 punti e portato al 2,1%. All’opposto ha rivisto al ribasso all’1% la previsione di crescita dell’area euro sul 2025 e all’1,4% quella sul 2026, rispettivamente di 0,2 e 0,1 punti percentuali inferiori rispetto alle stime di tre mesi fa. I dati risentono del pesante taglio sulle previsioni di crescita della Germania (0,5 punti in meno sul 2025 allo 0,3%) e Francia.
Confermate le previsioni di crescita del Giappone (+1,1% quest’anno e +0,8% il prossimo), mentre la stima sulla Gran Bretagna è stata alzata di un decimale di punto quest’anno (+1,6%), e confermata sul prossimo (+1,5%).
Fmi ha alzato anche le previsioni di crescita economica della Cina al 4,6% quest’anno e al 4,5% il prossimo (rispettivamente 0,1 e 0,4 punti percentuale in pià da tre mesi fa). Per l’India ha confermato la stima di crescita dello 6,5% sia quest’anno che il prossimo, il valore che si conferma più elevato tra le maggiori economie globali. Ritoccato al rialzo di 0,1 punti percentuali anche la previsione di crescita della Russia di quest’anno, all’1,4%, e confermato quella sul 2026 all’1,2%. Per il Brasile prevede un +2,2% su entrambi gli anni, nel primo caso il dato è confermato nel secondo è stato limato di 0,1 punti percentuali.
Prevista un’inflazione media globale al 4,2% quest’anno e al 3,5% il prossimo. Nell’editoriale dello studio, l’istituzione di Washington ha rilevato che i rischi di medio termine nello scenario di base sono orientati al ribasso, mentre per il breve termine “le prospettive sono caratterizzate da rischi divergenti. Potrebbe raffrozarsi la già robusta crescita degli Stati Uniti nel breve termine, mentre in altri paesi i rischi sono al ribasso nell’ambito di una elevata incertezza sulle politiche”.
Eventuali problematiche create nel processo disinflazionistico da misure politiche potrebbero interrompere il cambio di passo delle politiche monetarie, con implicazioni non positive per la sostenibilità dei conti pubblici e la stabilità finanziaria. Secondo il Fmi gestire questi rischi richiede attenzione alle ricadute tra inflazione e attività economica reale, il ripristino di margini di bilancio e il rafforzamento di prospettive di crescita nel medio termine tramite riforme strutturali, regole multilaterali e cooperazione.