(Teleborsa) – Tra l’inizio di ottobre e la prima decade di gennaio, risentendo degli andamenti osservati su scala globale, il rendimento dei titoli pubblici italiani, dapprima in calo, è aumentato sulla scadenza decennale di 26 punti base, al 3,8 per cento; il rialzo ha riguardato pressoché l’intera curva. Lo afferma la Banca d’Italia nell’ultimo Bollettino economico.
Il differenziale rispetto ai titoli pubblici tedeschi si è ridotto di 13 punti base, portandosi all’inizio di gennaio a 117 punti, “anche per via di una valutazione più favorevole degli operatori di mercato sulla situazione fiscale italiana, che si è riflessa in revisioni positive delle prospettive (outlook) da parte di alcune agenzie di rating”, viene sottolineato.
A conferma della percezione favorevole dei mercati sull’Italia, la volatilità implicita nei contratti derivati sul titolo decennale si è mantenuta invariata sui livelli minimi degli ultimi tre anni e le condizioni di liquidità sono rimaste distese.
Nel terzo trimestre sono proseguiti gli acquisti netti di titoli di Stato domestici da parte degli investitori esteri, ai quali si sono aggiunti quelli più contenuti effettuati dalle banche.
Dall’inizio di ottobre i corsi azionari italiani sono saliti, in controtendenza rispetto a quelli dell’area dell’euro, principalmente a seguito del buon andamento del settore finanziario. Nel complesso, tra l’inizio di ottobre e la prima decade di gennaio l’indice generale di borsa è aumentato del 4,2 per cento; le quotazioni delle banche sono cresciute del 9,9 per cento, più della media dell’area dell’euro (5,1 per cento), beneficiando della pubblicazione di utili societari superiori alle attese e di aspettative di consolidamento nel comparto.
Nello stesso periodo la volatilità implicita è diminuita, dopo un temporaneo incremento a ridosso delle elezioni statunitensi. I differenziali con il tasso privo di rischio dei rendimenti delle obbligazioni emesse dalle società non finanziarie e dalle banche sono sensibilmente scesi.