in

Italia, Bankitalia: impatto significativo da shock originati nell’industria tedesca

(Teleborsa) – Dall’avvio della crisi energetica, nei mesi autunnali del 2021, la produzione manifatturiera dell’area dell’euro ha registrato un calo significativo, arretrando nello scorcio del 2024 al di sotto dei livelli rilevati prima della pandemia. Per l’industria tedesca, che incide per oltre un terzo sulla manifattura dell’area, e per quasi la metà sul comparto dei beni di investimento, la flessione è stata decisamente più accentuata, con riflessi negativi anche per gli altri paesi. Lo si legge in un approfondimento all’interno dell’ultimo Bollettino economico della Banca d’Italia, secondo cui all’andamento relativamente più sfavorevole della Germania contribuiscono tre cause principali.

In primo luogo, il rialzo dei costi dell’energia in Europa ha colpito più duramente la produzione tedesca rispetto al resto dell’area. Ciò rispecchia in larga misura le caratteristiche tecnologiche del comparto chimico del paese, che rendono questo settore particolarmente dipendente dal gas naturale. La debolezza dell’attività dell’industria chimica, per via delle sue forti interconnessioni settoriali, si è propagata alle altre industrie ad alta intensità energetica, determinando una diminuzione della produzione di questo comparto più brusca in Germania nel confronto con il complesso dell’area.

In secondo luogo, la debolezza della domanda globale di beni, la progressiva frammentazione degli scambi commerciali e la maggiore competizione dei produttori cinesi hanno penalizzato le imprese manifatturiere tedesche in misura più marcata rispetto a quelle dei principali paesi dell’area, a causa della maggiore apertura commerciale della Germania. Nel confronto con il decennio precedente la pandemia, il contributo alla crescita del PIL delle esportazioni tedesche si è ridotto, scendendo al di sotto di quello degli altri maggiori paesi.

Infine, l’industria dell’area ha risentito della più recente debolezza del comparto automobilistico, che ha subito i contraccolpi sia di un diffuso calo della domanda – connesso anche con le incertezze normative nella fase di transizione verso la produzione di veicoli elettrici – sia della crescente concorrenza delle case automobilistiche cinesi. Tale settore rappresenta il 16 per cento della produzione manifatturiera in Germania, quasi il doppio del complesso dell’area dell’euro (poco meno del 9 per cento).

“Un’analisi econometrica sull’interconnessione tra i comparti manifatturieri europei mostra che gli shock originati nell’industria tedesca si trasmettono in misura significativa al resto dell’area: in Italia, in particolare, spiegherebbero quasi un terzo delle fluttuazioni non sistematiche della produzione manifatturiera su un orizzonte di sei mesi – scrive Banca d’Italia – Tale impatto si sarebbe ridotto nel periodo successivo alla pandemia, pur rimanendo su valori ancora elevati. Al contrario, risultano più attenuati in Germania gli effetti di shock originati nei settori industriali degli altri paesi europei”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

Spread, Bankitalia: si è ridotto per valutazione più favorevole sulla situazione fiscale italiana

Recordati e CVC smentiscono dialogo per potenziale fusione con Angelini Pharma