(Teleborsa) – Le importazioni di GNL russo nell’UE potrebbero essere completamente sostituite con GNL statunitense da un punto di vista fisico, ma ciò aumenterebbe probabilmente i costi di trasporto e porterebbe potenzialmente a prezzi europei più elevati per motivare il reindirizzamento dei carichi statunitensi che altrimenti avrebbero optato per la consegna altrove. Lo afferma una ricerca di dopo che il presidente eletto Donald Trump ha scritto sui social che potrebbe imporre tariffe all’UE a meno che non riduca il suo surplus commerciale con gli Stati Uniti acquistando più petrolio e gas dagli Stati Uniti.
Le esportazioni di GNL degli Stati Uniti hanno raggiunto una media di 91 mt nell’ultimo anno (23 dicembre-24 novembre), di cui 47 mt o il 51% sono state consegnate in Europa. Le esportazioni di GNL degli Stati Uniti verso l’Europa sono cresciute in modo significativo in termini di livelli e come quota delle esportazioni totali di GNL degli Stati Uniti dalla crisi energetica europea nel 2022, raggiungendo il picco nel 2023.
Gli Stati Uniti sono diventati la principale fonte di GNL per l’Europa, con una media del 46% delle importazioni nella regione negli ultimi 12 mesi. La maggior parte delle importazioni di GNL europee proviene da fornitori del bacino atlantico per ridurre al minimo i costi di spedizione.
“È importante sottolineare che gli Stati Uniti sono anche la principale fonte di probabile crescita delle importazioni di GNL europee, sulla base dei contratti di GNL a lungo termine firmati dagli acquirenti europei dall’inizio della guerra in Ucraina – si legge nella ricerca – I volumi statunitensi contrattati dagli acquirenti europei nel periodo ammontano a poco meno di 16 mtpa, ovvero più di qualsiasi altro singolo fornitore a livello globale”.
Le consegne di GNL degli Stati Uniti ai paesi extra-UE sono attualmente circa 18 mtpa superiori ai livelli osservati durante il picco della crisi energetica europea, il che suggerisce che c’è abbastanza flessibilità nel mercato per sostituire gli attuali 17 mtpa di esportazioni di GNL della Russia nella regione. Tuttavia, una tale riallocazione dei flussi potrebbe offrire “pochi benefici, se non nessuno, all’Europa o agli Stati Uniti“, sottolinea Goldman Sachs. Percorsi meno ottimali per le consegne di GNL porterebbero probabilmente a costi di trasporto più elevati. Inoltre, i costi di importazione europei potrebbero aumentare per motivare il reindirizzamento dei carichi statunitensi che altrimenti avrebbero optato per la consegna altrove. Anche le esportazioni totali di GNL degli Stati Uniti non aumenterebbero a seguito di questa riallocazione, dato che la capacità di esportazione di GNL degli Stati Uniti non verrebbe influenzata dal processo.
Secondo la banca d’affari, ulteriori contratti a lungo termine da parte degli acquirenti europei con progetti di GNL statunitensi proposti sarebbero la misura più incisiva che l’UE potrebbe adottare per sostenere maggiori future esportazioni di GNL degli Stati Uniti. Detto questo, gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Europa potrebbero limitare l’appetito delle aziende europee per impegni a lungo termine per aumentare l’uso del gas naturale.