(Teleborsa) – Il vicepresidente della Banca Centrale europea, Luis de Guindos, ha dichiarato che “L’equilibrio dei rischi macroeconomici si è spostato dalle preoccupazioni per l’inflazione elevata ai timori per la crescita economica”. Nel suo intervento alla Frankfurt Euro Finance Week, de Guindos ha sottolineato che “l’inflazione dei prezzi al consumo si è avvicinata al nostro obiettivo del 2%. Ma l’attività economica è stata più debole del previsto: abbiamo rivisto al ribasso le nostre proiezioni due volte, prima dell’estate e a settembre”.
“Le prospettive di crescita sono offuscate dall’incertezza sulle politiche economiche e sul panorama geopolitico, sia nell’area dell’euro che a livello globale – ha spiegato –. Le tensioni commerciali potrebbero aumentare ulteriormente, aumentando il rischio che si materializzino eventi estremi. Questi venti contrari ciclici aggravano i problemi strutturali di bassa produttività e debole potenziale di crescita dell’area dell’euro”.
“In un contesto di elevata incertezza, la nostra prossima revisione della stabilità finanziaria evidenzia tre principali vulnerabilità che caratterizzano le prospettive dell’area dell’euro”, ha quindi dichiarato il vicepresidente della BCE. La prima riguarda i mercati finanziari – “che rimangono suscettibili a bruschi e repentini aggiustamenti” –, la seconda i crescenti rischi sovrani – “i livelli di debito rimangono elevati in molti paesi a causa di deficit primari persistenti” – e, infine, la terza è legata al rischio di credito: “in un contesto di deboli prospettive di crescita, il rischio di credito rimane una preoccupazione per alcune aziende e famiglie dell’area dell’euro e potrebbe influire sulla qualità degli asset di banche e non banche”.
“Non è il momento di tornare indietro ai progressi normativi duramente conquistati – ha concluso de Guindos –. Con fonti di rischio e vulnerabilità che rimangono elevate in un contesto di grande incertezza e deboli prospettive di crescita, il nostro momento attuale è quello di sostenere la regolamentazione, preservare la resilienza e andare avanti con le politiche macroprudenziali per le istituzioni finanziarie non bancarie. Un sistema finanziario più forte e stabile con mercati dei capitali sviluppati può essere un motore di crescita vitale per l’Europa negli anni a venire”.