(Teleborsa) – Temu rischia una sanzione pari al 6% del suo fatturato annuo. L’Unione europea ha, infatti, avviato un’indagine per verificare le violazioni del Digital service act (DSA), il Regolamento sui servizi digitali, da parte del colosso di e-commerce gestito dalla società cinese PDD Holding, ma anche pratiche scorrette, come false recensioni, informazioni ingannevoli e difficoltà a contattare il servizio di assistenza. Accertamenti avviati grazie alle segnalazioni di Altroconsumo e del Beuc, l’organizzazione che unisce le altre associazioni di consumatori in Ue.
“Che Temu sia una piattaforma piuttosto controversa è cosa ormai nota. Già in un’inchiesta del 2023 – spiega Altroconsumo in una nota – abbiamo avuto modo di documentare la scarsa sicurezza di diversi prodotti venduti (tra cui giocattoli e cosmetici) e i tanti rischi per adulti e bambini. Non è andata in maniera molto diversa quest’anno, quando una nuova indagine su 25 prodotti in vendita su Temu ha evidenziato carenze importanti, tanto che ancora troppi prodotti risultano non essere conformi alle normative nazionali e Ue. Oltre alle problematiche legate alla sicurezza dei prodotti, abbiamo anche analizzato l’assistenza clienti, spedizioni e resi di Temu, AliExpress e Wish, per capire se, al netto dei prezzi stracciati, questi siti sono poi davvero affidabili”.
Termini e condizioni, scarsa chiarezza: le lacune riconosciute e a Temu
“Come avevamo segnalato, la piattaforma – prosegue Altroconsumo – presenta diverse lacune importanti, come aspetti piuttosto opachi che riguardano i Termini e le condizioni del servizio. Le informazioni fornite ai consumatori, i cosiddetti ‘destinatari del servizio’, non sono redatte in maniera chiara e comprensibile, come previsto dalle nuove linee guida del DSA. Avevamo riscontrato inoltre la mancata garanzia di un ambiente online affidabile e sicuro per l’utente: l’interfaccia di Temu non è organizzata e gestita in maniera conforme perché compromette – attraverso tecniche ingannevoli e manipolatorie (i cosiddetti dark pattern) – la capacità degli utenti di prendere decisioni d’acquisto libere e informate. Infine, tra le lacune di Temu c’è anche la mancata tracciabilità degli operatori commerciali che operano sulla piattaforma.
Pratiche scorrette: l’Ue avvia una seconda indagine
Lo scorso maggio Temu è stata riconosciuta come Very Large Online Platform (VLOP), una piattaforma di dimensioni molto grandi che deve quindi rispettare obblighi e regole precisi in materia di tutela dei consumatori secondo quanto previsto dal Digital service act. “Quando avevamo richiesto alle autorità il riconoscimento della piattaforma come VLOP (e il rispetto delle specifiche norme a riguardo) – sottolinea Altroconsumo – avevamo contestualmente inviato una segnalazione all’Agcom, l’organo coordinatore DSA in Italia, chiedendo che venisse avviato un procedimento nei confronti di Temu perché fossero adottate misure per evitare danni ai consumatori e imporre sanzioni al colosso ecommerce. L’Unione europea ha quindi avviato una seconda indagine per accertare le pratiche commerciali scorrette messe in atto da Temu tra cui le finte recensioni utilizzate sulla piattaforma, le informazioni ingannevoli su prodotti (come la scarsità di stock rimanenti o la scadenza delle offerte), gli sconti falsi e l’impossibilità di contattare il servizio assistenza clienti, dato che risulta difficile reperire informazioni di contatto.