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Petrolio in fibrillazione. Il Brent tocca 80 dollari al barile

(Teleborsa) – Prezzi del petrolio in calo, stamane, dopo il rally della vigilia, sull’acuirsi delle tensioni in Medio Oriente tra Israele, Libano e Iran. Ieri, il Brent ha superato la soglia degli 80 dollari al barile, per la prima volta da agosto. Le quotazioni di greggio, nella precedente ottava, hanno registrato i rialzi settimanali maggiori da inizio 2023.

Stamane il benchmark globale Brent viene scambiato 79,66 dollari (-1,53%), mentre il West Texas Intermediate WTI è a quota 75,91 dollari al barile (-1,59%).

Gli analisti temono che Israele possa colpire l’industria petrolifera iraniana. Un attacco del genere, spiegano gli esperti, potrebbe portare l’Iran a interrompere le forniture di greggio attraverso lo Stretto di Hormuz. Lo Stretto di Hormuz, è uno dei punti di strozzatura più sensibili al mondo per le esportazioni di oro nero.

Venerdì il presidente degli Stati Uniti d’America, Joe Biden, ha scoraggiato Israele dal colpire le strutture petrolifere iraniane, dopo che i prezzi sono aumentati di circa il 5%.

Non è ancora chiaro quale forma assumerà la rappresaglia israeliana, ha affermato Helima Croft, responsabile della strategia globale sulle materie prime presso RBC Capital Markets. L’impatto sul mercato petrolifero sarebbe significativo se Israele colpisse l’isola di Kharg, attraverso la quale passa il 90% delle esportazioni di greggio dell’Iran, ha affermato Croft.

Finora la guerra in Medio Oriente non ha causato interruzioni nelle forniture di greggio, ma gli analisti avvertono che il rischio aumenterà quanto più a lungo durerà il conflitto.

(Foto: © Aleksandr Prokopenko / 123RF)


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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