(Teleborsa) – Gli industriali esprimono preoccupazione riguardo all’introduzione di una polizza obbligatoria contro i danni climatici, in vigore dal primo gennaio 2025 per le imprese, come previsto dal decreto interministeriale presentato al Mimit.
Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, avverte che l’obbligo potrebbe disincentivare gli investimenti nelle aree a rischio, rischiando di “desertificare” intere zone industriali.
Durante l’inaugurazione del Cersaie a Bologna, Orsini ha invitato la politica a concentrarsi sulla ricostruzione e sul completamento dei cantieri in Romagna, colpita dalle recenti alluvioni, evitando inutili polemiche. Simile appello è arrivato dal cardinale Matteo Zuppi, che ha chiesto misure tempestive e concrete a sostegno delle famiglie e dei territori fragili.
Nel frattempo, a Roma, si è discusso il decreto che obbliga le imprese a stipulare polizze contro i rischi catastrofali, con premi proporzionati alla vulnerabilità del territorio. Il ministro delle Imprese, Adolfo Urso, ha evidenziato che tale obbligo garantirà una maggiore tutela per la produzione e l’occupazione. Tuttavia, alcune figure politiche, come il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, mostrano cautela sull’estensione dell’obbligo alle abitazioni civili, sottolineando l’importanza di criteri di volontarietà. Anche dall’opposizione, Giuseppe Conte (M5S) critica l’idea delle polizze obbligatorie, definendola inapplicabile e potenzialmente dannosa per il paese.