(Teleborsa) – Dopo la certificazione positiva della Corte dei Conti, è stato ufficialmente sottoscritto oggi presso l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (Aran) il contratto collettivo nazionale per l’Area dirigenziale Istruzione e Ricerca, relativo al triennio 2019-2021. Questo contratto, atteso da tempo, interessa circa 6.500 dirigenti del settore scolastico, universitario, Afam e della ricerca.
“Il contratto firmato oggi,” spiega il presidente di Aran, Antonio Naddeo, “è l’ultimo della tornata contrattuale 2019-2021. Un contratto importante per le diverse categorie rappresentate e che segna un deciso passo avanti verso la perequazione retributiva dei dirigenti scolastici nei confronti delle altre dirigenze. Ora possiamo concentrarci definitivamente sulla tornata contrattuale 2022-2024 e cercare di chiudere i rinnovi contrattuali, consci delle difficoltà che ci sono, ma fiduciosi che si possano portare a termine entro la fine dell’anno”.
Il nuovo contratto prevede aumenti medi del 3,78% per il personale coinvolto, con una parte di questi destinati alla retribuzione di risultato. Le amministrazioni avranno la possibilità di riconoscere incrementi ulteriori fino allo 0,22% del monte salari. Per i dirigenti scolastici, in particolare, è previsto un incremento medio di 260 euro mensili con risorse ordinarie, con ulteriori fondi di 50 milioni di euro destinati all’incremento del Fondo per la retribuzione di posizione e di risultato, come stabilito dalle leggi di bilancio per il 2020 e 2022. Gli arretrati, che potrebbero superare i 10.000 euro, compensano il ritardo nella sottoscrizione del contratto. Il CCNL ribadisce l’importanza della valorizzazione dei risultati raggiunti dai dirigenti, con un focus sulla graduazione della retribuzione accessoria.
Sul piano normativo, una delle novità più rilevanti è l’introduzione della disciplina del lavoro agile, conforme alla legge 81/2017, che adegua il sistema delle relazioni sindacali. Il contratto introduce inoltre la figura del mentor: un dirigente o professionista esperto che, su base volontaria, affianca il personale neo-assunto nei primi mesi di servizio. Sono stati inoltre rivisitati istituti normo-economici precedenti, come la tutela del personale affetto da gravi patologie che necessitano di terapie salvavita.
Un’altra modifica significativa riguarda la mobilità interregionale dei dirigenti scolastici, che potranno passare nei ruoli della regione richiesta, entro il limite del 60% dei posti disponibili annualmente, rispettando la capacità assunzionale e i contingenti dei posti regionali messi a concorso.
Per quanto riguarda le relazioni sindacali, l’accordo amplia gli ambiti di informazione, confronto e contrattazione integrativa. Le parti hanno deciso di valorizzare l’Organismo paritetico dell’Innovazione, rendendolo obbligatorio. Questo organismo verrà costituito presso il Ministero dell’Istruzione e del Merito per il settore scolastico, presso il Ministero dell’Università e della Ricerca per Università e Afam, e presso i singoli enti per il settore Ricerca.
“Il percorso innovativo intrapreso negli ultimi anni nella Pubblica Amministrazione prosegue poi con l’introduzione della figura del mentor,” conclude Naddeo, “e l’accordo introduce più ampi ambiti di informazione, confronto e contrattazione integrativa”. Con la firma di questo contratto, si conclude la tornata contrattuale 2019-2021, segnando un progresso significativo nella gestione e valorizzazione del personale dirigente in Italia.
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