(Teleborsa) – Il Governo ha posto la questione di fiducia alla Camera sull’approvazione del disegno di legge di conversione del decreto superbonus senza modifiche rispetto al testo approvato in prima lettura al Senato. L’annuncio è stata formalizzato in Aula dal ministro dei Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani
Voto che si terrà domani alle 17,45 con la prima chiama, al termine delle dichiarazioni di voto che inizieranno alle 16.15. I lavori proseguiranno eventualmente fino alle 24 con l’esame degli ordini del giorno. Giovedì mattina dalle 9.30 sono previste le dichiarazioni di voto finali e a seguire il voto finale sul provvedimento. Lo ha stabilito la conferenza dei capigruppo di Montecitorio
Intanto, insorgono le opposizioni. “La chiamano fiducia ma deve leggersi sfiducia: la maggioranza non si fida più di sé stessa e scarica sulle istituzioni parlamentari le proprie fibrillazioni”. Lo ha affermato in Aula il deputato Pd, Federico Fornaro, componente dell’Ufficio di presidenza del gruppo di Montecitorio. “Questa volta – ha sottolineato l’esponente Dem – non c’è nessuna motivazione ascrivibile al comportamento delle opposizioni per la richiesta di fiducia: ci sono solo 28 emendamenti da votare. L’unica ragione – ha concluso – è la frattura nella maggioranza che teme voti divisivi. Ma questi sono problemi che andrebbero risolti altrove, in vertici di maggioranza e non scaricati sulle istituzioni”.
Maggioranza che deve digerire i “Forza Italia è sempre stata in prima linea nella lotta contro l’evasione fiscale, ma fermamente contraria al cosiddetto redditometro. Non casualmente, non ha mai votato a favore della misura in passato. Coerentemente con l’opposizione fatta ai tempi della sua istituzione, quando era un partito dell’opposizione, oggi non ha condiviso la scelta di renderlo esecutivo”. Così in una nota Paolo Barelli, presidente dei deputati di Forza Italia. “Forza Italia è il partito della libertà dei cittadini ed è pertanto già impegnata a superare questo ‘redditometro’ con misure più efficienti – aggiunge – che garantiscano il recupero dell’evasione senza criminalizzare a priori chi, con i propri danari, dopo avere pagato le tasse fino all’ultimo centesimo, sceglie di acquistare beni che altri considerano troppo costosi o lussuosi”.