(Teleborsa) – Per la decisione formale di Bruxelles bisognerà aspettare ancora un mese ma si delinea con maggior chiarezza l’impatto del nuovo Patto di stabilità sui conti italiani.
L’idea è che si vada verso una richiesta di aggiustamento strutturale dello 0,5-0,6% del Pil in 7 anni per circa 10 miliardi l’anno, con “un risultato convergente” sia con le regole sul calo del debito e sia dalla procedura per deficit eccessivo. E’ quanto emerge da più fonti europee. Nel Def la differenza del saldo strutturale 24-25 ha già considerato questa differenza. L’indicazione, quando arriverà, dovrà essere tenuta in conto anche negli anni successivi.
La ‘traiettoria di riferimento’ che la Commissione Ue darà a Roma il 21 giugno sarà quindi oggetto di un dialogo tecnico, per cristallizzarsi nel piano pluriennale di spesa da presentare entro il 20 settembre.
Dopo l’ok alla riforma, il Commissario europeo all’Economia Gentiloni ha più volte sottolineato come questo compromesso conserva alcuni degli aspetti fondamentali della proposta della Commissione. “In primo luogo una maggiore gradualità nei percorsi di aggiustamento di bilancio. In secondo luogo la possibilità, anzi l’impegno per ciascun paese a disegnare il proprio percorso di riforme, investimenti e prudenza di bilancio nei prossimi quattro sette anni. In terzo luogo, e questo grazie anche al contributo del Parlamento europeo, uno spazio certamente maggiore per gli investimenti, rispetto alle regole esistenti. Si tratta in particolare di investimenti legati alla difesa, investimenti legati al cofinanziamento di fondi europei, investimenti legati alle nostre grandi priorità come Unione europea”.
“Per l’Italia – aveva sottolineato Gentiloni nell’occasione – questo naturalmente vuol dire che abbiamo di fronte una doppia sfida: da un lato la sfida di politiche di bilancio prudenti, che sono indispensabili per un paese con un deficit e un debito così alti. Al tempo stesso la sfida continua con investimenti pubblici che sostengano la crescita e sostengono la nostra economia”. “Qui naturalmente – ha aggiunto – ci soccorrono le nuove regole di bilancio, ma ci soccorre anche il PNRR, la grande disponibilità delle risorse del PNRR”.