(Teleborsa) – Via libera del Senato al decreto Superbonus, approvato con 101 si, 64 no, nessun astenuto. Il provvedimento, per il quale il governo ha chiesto e ottenuto il voto di fiducia, passa ora alla Camera con un iter blindato: l’ok definitivo è atteso entro il 28 maggio. Un’approvazione avvenuta tra le polemiche con la tensione che resta alta nella maggioranza.
“Se la Lega avesse fatto solo la metà di quello che ha fatto Forza Italia, avrebbero dato tutti addosso a Salvini dandogli dell’irresponsabile” è la battuta, captata dai cronisti in buvette, del capogruppo della Lega in Senato Massimiliano Romeo. Il riferimento è a quanto è accaduto in questi giorni in commissione Bilancio con l’astensione di Fi, dopo il voto di fiducia in aula sul dl superbonus, con il sì dei presenti della maggioranza.
“Bene che il Governo abbia accolto l’ordine del giorno del collega Fausto Orsomarso, capogruppo in commissione Finanze, che prevede maggiori controlli sui crediti derivanti dai bonus edilizi. È ormai evidente, infatti, che il Superbonus, oltre ad aver avuto un’efficacia praticamente inesistente, giacché soltanto il 4% del patrimonio immobiliare italiano è stato efficientato, ha creato un’enorme voragine nei conti pubblici anche a causa dei mancati controlli. È così che si sono susseguite frodi, illegalità e speculazione, com’è il caso dei crediti acquistati da intermediari finanziari con sconti fino al 75%. L’Odg approvato in commissione impegna il Governo a prevedere verifiche sulle dichiarazioni presentate all’Agenzia delle entrate e il corretto assolvimento degli obblighi fiscali. Ci troviamo costretti, dunque, a mettere toppe agli enormi danni economici provocati dalla demagogia grillina” ha commentato il senatore di Fratelli d’Italia Filippo Melchiorre, vicepresidente della commissione Finanze.
“Il gruppo di Forza Italia non solo si è astenuto sull’emendamento governativo ma ha anche votato con l’opposizione. Nonostante l’atteggiamento di Forza Italia l’emendamento è stato approvato e i lavori si sono chiusi in maniera ordinata – ha detto il presidente della Commissione Finanze Massimo Garavaglia in dichiarazione di voto –. Potevamo fare un altro giro di valzer sul Titanic per prendere qualche voto in più? Secondo noi no. Ha fatto bene il ministro Giorgetti. I margini così ristretti in commissioni che decidono per miliardi non vanno bene, perché un solo voto aumenta il potere di ricatto e aumenta il potere delle lobby”.
“Sul Superbonus continuiamo ad avere molte perplessità e siamo contro qualsiasi ipotesi di legge retroattiva” ha commentato il leader di FI e vicepremier Antonio Tajani.
Dure le critiche dall’opposizione. “Il superbonus nesce nel 2020 in piena pandemia e doveva chiudersi nel 2021. Poi la misura è stata portata avanti da Draghi e prorogata per 19 mesi da questa maggioranza. L’estensione alle villette unifamiliari sono la straordinaria intuizione di Giorgetti e di Meloni, l’atto del 10 agosto 2023 porta la loro firma. Questa è la verità. Il resto è propaganda di un governo che per coprire le proprie incapacità ad affrontare le emergenze economiche trova la scusa del superbonus. Un governo che ha vietato alla sua maggioranza di emendare la legge di bilancio, un governo che non potendo nascondere i numeri ha presentato un Def senza scriverli. Un governo senza uno straccio di politica economica e industriale. Non si può governare un Paese come l’Italia pensando di non reperire le risorse attraverso la leva fiscale, e, visto che non tornano i conti, inventarsi l’alibi del superbonus – ha detto il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia commentando il voto sul Dl Superbonus – In questi giorni – conclude Boccia – abbiamo assistito alla guerra tra Lega e Fi, il cui atteggiamento è stato appena definito ricattatorio da autorevoli esponenti del Carroccio. La fiducia posta a questo provvedimento è una fiducia posta sulla stessa maggioranza: oggi FI ingoia gli errori del ministro Giorgetti che colpisce imprese e aziende che si sono fidate dello Stato ma premia con condoni e concordati chi invece lo Stato lo raggira”.
E il presidente dell’Abi Antonio Patuelli auspica dei correttivi. “Le banche sono state il primo acquirente di questi crediti e quindi siamo rimasti sorpresi rispetto a una norma imprevista e imprevedibile che ha anche un effetto retroattivo perché dice che quelli già comprati dal primo gennaio non possono detrarli dalle spese previdenziali e assicurative” ha detto Patuelli. L’impatto sulle banche? “Il calcolo non è fattibile perché non è una norma piana ma piena di combinati disposti che abbiamo cercato come Abi con le banche di analizzare, abbiamo fatto delle valutazioni ma i combinato disposti sono sabbie mobili – ha osservato Patuelli –. La fiducia sul decreto Superbonus – ha detto il presidente dell’Abi – è stata votata, il provvedimento per le istituzioni non è un problema. Il problema che abbiamo noi è che siamo soggetti a regole internazionali, europee e nazionali e siamo vigilati da autorità europee e nazionali. Non siamo operatori commerciali che possono fare quello che vogliono. Quando fu approvato il Superbonus, circa 4 anni fa, dall’inizio ci fu pressione, a volte anche pesante, sul mondo bancario perché comprassimo sempre di più questi crediti. Il problema delle banche è che dal primo gennaio non potranno compensare i crediti fiscali che hanno acquistato a fronte di una voce certa, quella delle spese previdenziali per i dipendenti, mentre gli utili dipendono da vari fattori e il culmine dei tassi è già stato superato, da novembre sono in calo ed è ormai scontato che a giugno la Bce comincerà ridurli. Io sono innamorato del diritto costituzionale. Spero che i problemi relativi alla retroattività vengano corretti perché questa non è una norma costituzionale, non c’è bisogno della procedura del 138 per modificarla. Non è una norma eterna, il mio auspicio è che le istituzioni la possano migliorare”.