(Teleborsa) – Fitch Ratings ha rivisto l’outlook sul Long-Term Foreign-Currency Issuer Default Rating (IDR) della Cina a Negativo da Stabile e ha confermato l’IDR ad “A+”. La revisione dell’outlook riflette i rischi crescenti per le prospettive delle finanze pubbliche della Cina mentre il paese deve far fronte a prospettive economiche più incerte nel contesto di una transizione da una crescita basata sul settore immobiliare a quello che il governo considera un modello di crescita più sostenibile.
Gli ampi deficit fiscali e l’aumento del debito pubblico negli ultimi anni hanno eroso le riserve di bilancio dal punto di vista dei rating. Fitch ritiene che la politica fiscale avrà sempre più probabilità di svolgere un ruolo importante nel sostenere la crescita nei prossimi anni, il che potrebbe mantenere il debito su una costante tendenza al rialzo. Anche i rischi di passività potenziali potrebbero aumentare, poiché la minore crescita nominale aggrava le sfide nella gestione dell’elevata leva finanziaria a livello economico.
Il rating “A+” è supportato dall’economia ampia e diversificata, dalle prospettive di crescita del PIL ancora solide rispetto ai paesi concorrenti, dal ruolo fondamentale nel commercio globale di beni, dalle solide finanze esterne e dallo status di valuta di riserva dello yuan. Questi punti di forza sono bilanciati rispetto all’elevata leva finanziaria a livello economico, alle crescenti sfide fiscali e al reddito pro capite e ai punteggi di governance inferiori a quelli dei concorrenti della categoria “A”.
Secondo Fitch, lo stimolo fiscale verrà intensificato mentre il governo cerca di compensare le difficoltà economiche. Prevede che il disavanzo pubblico salirà al 7,1% del PIL nel 2024 dal 5,8% nel 2023, su base consolidata Fitch, che include infrastrutture e altre attività fiscali ufficiali al di fuori del bilancio nominale. Il deficit del 2024 sarà il più alto dal deficit dell’8,6% del PIL nel 2020. I deficit sono stati elevati dal 2020, pari a circa il doppio della media del 3,1% del PIL 2015-2019. Il governo centrale si farà carico di una quota maggiore dell’onere fiscale nel 2024, poiché le finanze dei governi locali e regionali rimangono limitate dal calo delle entrate legate alla terra e dagli elevati oneri debitori.
Fitch prevede che la crescita del PIL si modererà al 4,5% nel 2024, dal 5,2% nel 2023, a causa della persistente debolezza del settore immobiliare e dei consumi modesti delle famiglie, derivanti dagli effetti ricchezza negativi derivanti dalla correzione immobiliare e da una crescita del reddito piuttosto lenta. Questi ostacoli sono in parte compensati dagli stimoli fiscali, con la domanda esterna che diventa leggermente favorevole.
Nell’ultimo anno sono emersi rischi deflazionistici, in un contesto di debole dinamica della domanda interna e di fattori temporanei. Fitch non prevede un periodo prolungato di deflazione, con un’inflazione dello 0,7% entro la fine del 2024 e dell’1,3% entro la fine del 2025. Ciononostante, i rischi sono orientati al ribasso e l’inflazione potrebbe rimanere inferiore a quanto previsto, pesando ulteriormente sulle prospettive di crescita del PIL nominale.
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