(Teleborsa) – “La digitalizzazione degli appalti in Italia funziona. Introdotta dal nuovo Codice dei contratti pubblici e operativa dal primo gennaio 2024, ha superato le prime settimane di rodaggio, e ora è quasi regime, a vantaggio di tutti, in particolare dei Comuni e dei piccoli Comuni. In tre mesi di attività sono state avviate attraverso la piattaforma digitale oltre un milione e centomila procedure di affidamento di contratti pubblici per un valore di circa 78 miliardi di euro”. Lo scrive l’Anac in una nota.
“Il caso sollevato da Asmel, che in passato è stata soccombente in giudizio in più occasioni nei confronti dell’Autorità – prosegue l’Anac – riguarda esattamente questo: una stazione appaltante che ha condotto procedure di gara superiore alle soglie di qualificazione, pur non essendo qualificata per farlo. Inoltre, ha utilizzato ipotesi derogatorie non giustificate, e nei suoi confronti sono state riscontrate ulteriori, svariate illegittimità. Eventuali sanzioni che dovessero essere comminate alla singola stazione appaltante sono a garanzia di tutto il sistema e a tutela delle migliaia di stazioni appaltanti che, al contrario, hanno agito correttamente e nel pieno rispetto della legge, valorizzando al meglio le opportunita’ fornite loro dal processo di digitalizzazione”.
“L’Autorità Nazionale Anticorruzione continuerà a lavorare a fianco delle tante pubbliche amministrazioni impegnate seriamente nel processo di digitalizzazione degli appalti, in special modo dei piccoli Comuni – conclude -, anche attraverso la pubblicazione di bandi tipo e supporto logistico attraverso la piattaforma Anac”.