(Teleborsa) – Dall’avvio del progetto della dichiarazione dei redditi precompilata, si è registrato “un incremento costante delle dichiarazioni trasmesse direttamente dal cittadino, senza l’intervento degli intermediari, passando dai circa 1,4 milioni del 2015 ai 4,5 milioni del 2023″. Lo ha riferito il direttore dell’Agenzia delle Entrate, Ernesto Maria Ruffini, nell’audizione in Commissione finanze al Senato sull’atto di indirizzo sugli sviluppi della politica fiscale. “Questo risultato – ha aggiunto – deriva dalla sempre maggiore fiducia e consapevolezza dei cittadini circa l’utilità e la facilità d’uso del servizio telematico della dichiarazione precompilata, grazie anche al costante arricchimento delle informazioni presenti in dichiarazione, alla sempre più elevata qualità dei dati trasmessi dagli enti esterni e ai perfezionamenti apportati alla procedura web messa a disposizione dei contribuenti”. Ruffini ha aggiunto che nel 2015 “i dati utilizzati per la precompilazione erano complessivamente circa 157 milioni mentre” mentre nel 2023, le informazioni precaricate dall’Agenzia “hanno superato quota 1,3 miliardi”
“A fronte degli atti emessi dall’Agenzia delle entrate e dalla Riscossione abbiamo un tasso di impugnativa pari al 4%. Di questi quasi l’80% è definitivamente oggetto di giudizio favorevole all’amministrazione finanziaria da parte della giustizia triobutaria. Il che vuol dire che nel 96% dei casi gli atti non sono impugnati e quindi divetano definitivi”. Un risultato, ha sottolineato, “in continuo miglioramento anche per la bontà del dato a monte e dell’analisi del rischio. Anche se c’è un margine del 20% comunque migliorabile”.
Quanto al “magazzino” dei crediti fiscali è in “costante crescita” e ha ormai assunto una “consistenza anomala”, oggi pari a oltre 1.200 miliardi di euro di cui l’importo recuperabile è valutabile soltanto in 101 miliardi. Al 31 dicembre 2023, il valore del carico contabile residuo dei crediti affidati dai diversi enti creditori all’agente della riscossione, dal 1? gennaio 2000, ammonta a circa 1.206,6 miliardi di euro. Circa il 40 per cento, pari a oltre 480 miliardi – ha spiegato Ruffini – è difficilmente recuperabile per le condizioni soggettive del contribuente (soggetti interessati da procedure concorsuali, persone decedute e imprese cessate, soggetti che risultano nullatenenti). Per l’8 per cento dei crediti (circa 100,4 miliardi di euro) l’attività di riscossione, alla data del 31 dicembre 2023, è sospesa per effetto di specifici provvedimenti emessi soprattutto dagli enti creditori o dall’autorità giudiziaria. Rientrano in questa casistica anche gli importi residui dei carichi indicati nelle domande di adesione alla rottamazione-quater, per i quali sono in corso i piani rateali di pagamento agevolato. Resta il 52 per cento dei crediti (pari circa a 623 miliardi di euro), di cui l’81 per cento (502,5 miliardi) si riferisce a contribuenti nei confronti dei quali l’agente della riscossione ha già svolto, in questi anni, azioni esecutive e/o cautelari. Al netto delle somme oggetto di rateizzazione (18,8 miliardi di euro), il magazzino residuo, su cui le azioni di recupero possono presumibilmente essere maggiormente efficaci, si riduce a 101,7 miliardi di euro.