(Teleborsa) – “Allo stato attuale, il nostro orientamento di politica monetaria è restrittivo e sembra essere adeguatamente calibrato per ridurre le pressioni inflazionistiche”. Lo ha affermato Michelle Bowman, che fa parte del Board of Governors della Federal Reserve, ad un evento a Miami (Florida), spiegando che la sua previsione è che “l’inflazione diminuirà ulteriormente con il tasso ufficiale mantenuto stabile, ma vedo ancora una serie di rischi di inflazione al rialzo che influenzano la mia prospettiva”.
Questi – ha spiegato – includono “i rischi derivanti dagli sviluppi geopolitici, compreso il rischio di ricadute derivanti dai conflitti geopolitici e la misura in cui i mercati alimentari ed energetici e le catene di approvvigionamento rimangono esposti a tali influenze. Esiste anche il rischio che un allentamento delle condizioni finanziarie e ulteriori stimoli fiscali possano dare slancio alla domanda, bloccando qualsiasi ulteriore progresso o addirittura provocando una riaccelerazione dell’inflazione. Infine, vi è il rischio che la continua tensione del mercato del lavoro possa portare a un’inflazione dei servizi core persistentemente elevata, come illustrato dal rialzo dell’inflazione dei servizi core su 12 mesi a gennaio. I recenti dati sul mercato del lavoro suggeriscono una continua crescita salariale elevata poiché alcune imprese continuano a segnalare aumenti salariali superiori alla media per compensare i prezzi elevati e l’elevata inflazione”.
Considerati questi rischi e l’incertezza generale riguardo alle prospettive economiche, “continuerò a osservare attentamente i dati mentre valuto il percorso appropriato della politica monetaria – ha detto Bowman – La frequenza e la portata delle revisioni dei dati nel corso degli ultimi anni, come si evince dall’ultimo rapporto sull’occupazione, rendono il compito di valutare lo stato attuale dell’economia e di prevedere come l’economia si evolverà ancora più impegnativo, e rimarrò cauta nel mio approccio nel considerare i futuri cambiamenti nella posizione politica“.
“Se i dati in arrivo continueranno a indicare che l’inflazione si sta muovendo in modo sostenibile verso il nostro obiettivo del 2%, alla fine diventerà opportuno abbassare gradualmente il nostro tasso ufficiale per evitare che la politica monetaria diventi eccessivamente restrittiva – ha aggiunto – A mio avviso non siamo ancora a quel punto. Ridurre il nostro tasso ufficiale troppo presto potrebbe comportare la necessità di ulteriori futuri aumenti del tasso ufficiale per riportare l’inflazione al 2% nel lungo termine”.
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