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Studio Cribis: Sud e Isole doppiano il Nord sui pagamenti in ritardo grave (15% vs. 6,5%)

(Teleborsa) – L’ultimo trimestre del 2023 si chiude con indici migliorativi rispetto a quelli della fine del 2019 (valori pre-pandemia) sul fronte della puntualità dei pagamenti delle imprese italiane. I pagamenti regolari segnano infatti un +18,4% e quelli in ritardo diminuiscono del 10% entro 30 giorni e dell’8,6% oltre i 30 giorni. È quanto emerge dallo Studio Pagamenti realizzato da CRIBIS, società del gruppo CRIF specializzata nella business information, aggiornato al 31 dicembre 2023.

I valori di Q4 2023 sono sostanzialmente in linea con quelli del trimestre precedente: nessuna variazione sui pagamenti regolari (41,1%) e una lieve diminuzione dei ritardi entro i 30 giorni (49,3% contro il 49,5%) a favore di quelli oltre i 30 giorni, che salgono dal 9,4% al 9,6%. In generale, le istantanee trimestrali scattate da Cribis nel corso del 2023 mostrano, a fronte di una stabilizzazione del numero dei pagamenti puntuali, una leggera crescita dei ritardi oltre i 30 giorni dalla scadenza, che passano dal 9,1% alla fine del 2022 (Q4 2022) al 9,6% alla fine del 2023, dato migliorativo rispetto alla fine del 2019 (10,5%).

Le micro imprese confermano una performance positiva nella classe di pagamento alla scadenza con una concentrazione del 43%, ma registrano anche il più alto livello di ritardi gravi (10,5%).

Lo Studio Pagamenti evidenzia differenze rilevanti per aree geografiche (le regioni del Nord Italia sono più puntuali), settori merceologici (soffrono la ristorazione, le industrie alimentari e la GD/DO) e dimensioni delle aziende (le microimprese mostrano performance migliori in termini di pagamenti regolari, mentre quelle di dimensioni maggiori sono meno propense ai ritardi gravi). Le regioni più virtuose si trovano nel Nord: Lombardia, Emilia-Romagna e Veneto sono le regioni con la maggiore quota di pagamenti regolari (sopra il 47%), mentre Sicilia e Calabria occupano l’ultima posizione del ranking regionale del pagamento puntuale con una quota pari al 23,1% per la prima e 25% per la seconda.

“Il 2023 è stato caratterizzato da variabili che hanno impattato negativamente sull’economia italiana, tra cui i conflitti internazionali, l’inflazione e l’andamento dei tassi. Nonostante queste condizioni avverse, – afferma Marco Preti, amministratore delegato Cribis – i dati sui pagamenti mostrano una situazione stabile rispetto all’anno precedente e in miglioramento dal 2019. Ci auguriamo che questo trend prosegua anche nel 2024 in modo da contribuire ad aumentare la competitività delle nostre aziende e del nostro Paese”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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