(Teleborsa) – “Il governo ha lavorato intensamente ai decreti di attuazione della riforma fiscale in coerenza con le misure e gli orientamenti contenuti nella manovra di bilancio per il triennio 2024/2026. Una manovra responsabile finalizzata a favorire crescita e occupazione con interventi mirati e selettivi a sostegno delle famiglie e dei lavoratori a basso reddito, tenendo conto dei vincoli di finanza pubblica e del contesto internazionale complesso con tante incertezze geopolitiche in atto. Nonostante queste difficoltà, è maturata la fiducia da parte dei risparmiatori italiani che sono tornati a sottoscrivere i titoli di Stato e la fiducia degli osservatori internazionali testimoniata dai giudizi positivi delle agenzie di rating”. È quanto ha dichiarato Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia e delle Finanze, nel corso del VII Forum nazionale dei commercialisti e degli esperti contabili “La riforma del fisco e la legge di bilancio 2024”, promosso da Italia Oggi con il patrocinio della Cassa di previdenza dei ragionieri e degli esperti contabili, presieduta da Luigi Pagliuca.
Un aggiornamento sullo stato di avanzamento del Pnrr è stato illustrato da Raffaele Fitto, ministro per gli Affari europei. “Mi piace sottolineare che a giugno 2026 dovranno essere completati tutti gli interventi previsti all’interno del Piano. Una grande sfida, una grande opportunità dell’Italia e dell’Europa e per coglierla al meglio – ha detto Fitto – serve uno sforzo collettivo dell’intero sistema paese. La definizione per incassare la sesta e la settima rata del Piano sono i due obiettivi del 2024. A tal fine la scelta di una nuova governance ha rappresentato una novità assoluta e positiva e lo dimostra il fatto che l’Italia è l’unico paese europeo che ha ottenuto il pagamento della quarta rata e ha richiesto il pagamento della quinta”.
Delle novità legate alla riforma del fisco ha parlato Maurizio Leo, viceministro dell’Economia e delle finanze. “I professionisti rappresentano la cinghia di trasmissione nel rapporto tra fisco e contribuente. Hanno un ruolo determinante sia per il concordato preventivo che per la cooperative compliance, ma anche – sottolinea Leo – per coloro che non rientrano in quest’ultima fattispecie. La cooperative compliance richiederà certificazione del rischio fiscale e del tax control framework. Nella mappatura e monitoraggio si dovrà tener conto di principi contabili nazionali e internazionali. Materia scivolosa, e chi meglio dei dottori commercialisti può svolgere questo ruolo? Per ciò che attiene il concordato, i professionisti riusciranno a dare elementi valutativi importanti per un fisco che vuole dialogare. Il mondo dei soggetti che possono aderire al concordato conta circa 4,2 milioni di contribuenti divisi in due aree: i forfettari (1,7 ml) e i soggetti isa (circa 2,5 ml). Tra questi ultimi circa 1,4 ml non raggiungono il coefficiente 8 e in passato gli accertamenti sono stati circa l’1% perché l’Agenzia delle Entrate aveva carenza di organico che abbiamo iniziato a colmare con le prime 3mila unità assunte alle quali se ne aggiungeranno altre 1500. Lo scopo è quello di portare gradualmente questi soggetti a pagare le imposte”. Il punto sul patrimonio immobiliare dello Stato è stato illustrato da Lucia Albano (sottosegretario al Mef): “Abbiamo istituito una cabina di regia per gestire al meglio la valorizzazione e la dismissione del patrimonio immobiliare pubblico che attualmente ammonta a circa 100 miliardi di euro senza contare i terreni e i boschi, in modo da impattare positivamente sul debito pubblico. Il mattone di Stato costituisce una straordinaria opportunità anche dal punto di vista sociale. Il governo ha messo in campo una riforma importante che punta sul social housing e sugli studentati, vere emergenze per il nostro Paese”.
Ottimismo sul concordato preventivo è stato espresso da Alberto Gusmeroli, presidente della Commissione Attività produttive della Camera. “Il concordato preventivo – ha detto Gusmeroli – è stato avviato togliendo la barriera della pagella Isa 8 in modo da renderlo più appetibile. Siamo di fronte a un grande processo di semplificazione e di emersione del sommerso che porterà a un riequilibrio del rapporto cittadino-fisco e ad un alleggerimento della pressione fiscale”.
Di lotta all’evasione fiscale ha parlato Massimo Garavaglia, presidente della Commissione Finanze a palazzo Madama. “Combattere l’evasione fiscale, l’elusione e l’omessa fatturazione – ha affermato Garavaglia – rappresenta una priorità per questo governo. Siamo passati dai 120 mld stimati degli scorsi anni, sottratti alle casse dello Stato dagli evasori, agli 85miliardi di oggi. Principalmente grazie all’introduzione della fatturazione elettronica”.
“Sul fronte dell’attuazione della riforma fiscale e della cooperative compliance che è uno dei temi della delega fiscale, – ha sottolineato Ernesto Maria Ruffini, direttore dell’Agenzia delle Entrate – stiamo lavorando per la massima resa di un istituto reso operativo a suo tempo applicando le norme senza che ci fossero best practice cui fare riferimento. L’appeal di quell’istituto è andato crescendo fino a raggiungere al 31 dicembre scorso 111 soggetti ammessi che garantisce una collaborazione trasparente con il fisco attraverso una interlocuzione costante e preventiva. Valutando congiuntamente le situazioni che potenzialmente generino rischi fiscali. Nel periodo 2016/2021 la differenza tra le somme attese e quelle effettivamente entrate nelle casse dell’erario si è ridotta di circa 24mld dimezzando l’evasione dell’iva da 35 a 18 mld”.
Roberto Alesse, direttore dell’Agenzia delle Dogane, ha parlato della nascita di un’unica autorità doganale europea che “sarà una svolta per avere una ‘centrale dei rischi’ per neutralizzare le merci illegali e per impedire che merci contraffatte continuino a dar vita a forme di concorrenza sleale. Un sistema doganale unico a livello europeo significa difendere l’intero sistema economico da attacchi esterni in tempi di diffusione selvaggia del commercio elettronico”.
Le priorità nella repressione e prevenzione dell’evasione fiscale sono state illustrate da Marco Thione, capo ufficio tutela entrate Comando generale Guardia di Finanza. “In merito alle direttive operative del 2024, sul fronte della repressione – ha detto Thione – agiremo prevalentemente con attività di contrasto alle frodi fiscali realizzate attraverso false fatturazioni o in materia di bonus agevolativi, contrasto al sommerso delle aziende, evasione fiscale digitale figlia del commercio elettronico, dove abbiamo ottenuto importanti risultati contro evasione dell’iva, contrasto alla grande evasione fiscale internazionale. Altrettanto importante sarà l’attività di prevenzione dei reati per la quale nel 2024 daremo supporto alla compliance per prevenire i reati cogliendo a pieno lo spirito della riforma fiscale in atto”.
“Sono fiducioso – ha sostenuto Elbano de Nuccio, presidente del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti – che con il dialogo tra professionisti e il governo riusciremo a superare le criticità, alla luce anche della portata innovativa della riforma fiscale nel quale svolgeremo un ruolo sempre più importante grazie anche al riconoscimento, per la prima volta, di una esclusiva alla nostra professione”.