(Teleborsa) – La Camera ha approvato il ddl di conversione in legge del decreto sulla sicurezza energetica. Nel voto finale sono stati 143 i sì, 84 i no, 13 gli astenuti dopo che l’Aula, nella serata di ieri, aveva già approvato la fiducia posta dal governo sul decreto. Il provvedimento, che
passa ora all’esame del Senato in seconda lettura, contiene disposizioni per il passaggio graduale al mercato libero dei nove milioni di utenti domestici che ancora usufruiscono del mercato tutelato dell’energia. Le norme consentiranno a circa 4,5 milioni di famiglie “vulnerabili” di continuare a usufruire di forniture di energia elettrica a prezzi calmierati. Per le altre famiglie vengono introdotte misure per assicurare la massima informazione e le migliori condizioni nel passaggio al mercato libero dell’energia elettrica.
Tra le misure contenute del decreto lo stop al contributo a carico dei titolari di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili; la nomina del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, a Commissario straordinario per la gestione dei rifiuti dell’isola con una dotazione di 800 milioni per gli investimenti.
In tema di nucleare viene dato più tempo a enti locali non presenti nella Cnai (Carta nazionale delle aree idonee) e al Ministero della Difesa per presentare l’autocandidatura a ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi e chiedere al ministero dell’Ambiente e a Sogin di riconsiderare l’area per verificarne l’idoneità. Si apre poi la possibilità di produrre energia elettrica in aree termali sfruttando le risorse geotermiche ma garantendo il mantenimento delle caratteristiche delle acque. Le altre misure del decreto, molto ampio e articolato, sono finalizzate ad accelerare gli investimenti in autoproduzione di energia rinnovabile nei settori a forte consumo di energia, al rafforzamento della sicurezza degli approvvigionamenti di gas, a concedere incentivi alle regioni che ospitano impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili e a semplificare i procedimenti di impatto ambientale. Previsti anche interventi per il decommissioning e la gestione dei rifiuti radioattivi e indennizzi al settore agricolo e alle imprese della Toscana colpiti dalle alluvioni di ottobre e novembre 2023.
Non passa, invece, la misura che avrebbe permesso la riassegnazione delle concessioni idoelettriche agli attuali gestori, anziché le gare. I gruppi di maggioranza avevano presentato emendamenti in tal senso che poi sono stati ritirati per il parere contrario del governo. La messa a gara delle concessioni è infatti una delle riforme “obiettivo” del già conseguita dall’Italia che ha già avuto il riconoscimento delle rate. Ritirato anche l’emendamento di Forza Italia volto ad attribuire all’Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) il ruolo di Autorità nazionale competente in materia nuclare con il compito, tra gli altri, di autorizzare la realizzazione di impianti. Le opposizioni, soprattutto Avs, hanno contestato la proposta mentre Fi parla di “complicazioni normative” che hanno indotto ad uno stop solo momentaneo.