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Yemen, attacco Usa-Gb a postazioni Houthi in risposta a raid nel Mar Rosso

(Teleborsa) – “Oggi, su mio ordine, le forze militari statunitensi, insieme al Regno Unito e con il sostegno di Australia, Bahrein, Canada e Olanda, hanno condotto con successo attacchi contro una serie di obiettivi nello Yemen utilizzati dai ribelli Houthi per mettere a repentaglio la libertà di navigazione in uno dei corsi d’acqua più vitali del mondo”. È quanto ha affermato il presidente degli Stati Uniti Joe Biden spiegando che si tratta di una “risposta diretta agli attacchi Houthi” nel Mar Rosso. “Non esiterò – ha aggiunto – a prendere ulteriori misure per proteggere il nostro popolo e il libero flusso del commercio internazionale, se necessario”.

Gli attacchi, ha riferito un dirigente Usa alla Cnn, sono stati condotti in particolare con aerei da combattimento e missili Tomahawk. Nelle prime ore di oggi, i militari statunitensi e britannici hanno effettuato 23 attacchi aerei su obiettivi nelle aree dello Yemen controllate dagli Houthi, tra cui la capitale San’a e le città di al Hudaydah, Taizz e Sadah.Oltre una dozzina di obiettivi Houthi – scelti per indebolire la capacità degli Houthi di attaccare le navi nel Mar Rosso – sono stati colpiti da missili lanciati da cielo, terra e mare (con il sottomarino Uss Florida). Figurano, tra questi, sistemi radar, depositi e siti di lancio di droni, missili balistici e missili da crociera.

In seguito agli attacchi di Usa e Gb su richiesta della Russia il Consiglio di Sicurezza dell’Onu terrà oggi una riunione urgente sulla situazione nel Mar Rosso intorno alle 16 ora New York (le 22 italiane).

Gli Stati Uniti – secondo quanto rivelato da un alto funzionario dell’amministrazione Usa in una telefonata con un gruppo di giornalisti – hanno avuto una serie di consultazioni “con alleati e partner” prima di decidere l’attacco contro i ribelli Houthi in Yemen. “Non entreremo del dettaglio di tutte le nostre consultazioni operative ma l’elenco dei paesi hanno partecipato ai raid è stato reso pubblico”, ha sottolineato il funzionario precisando di non voler “nominare gli altri Paesi consultati”. Tuttavia – ha aggiunto – “è evidente l’ampio sostegno alle azioni intraprese da parte di paesi di tutto il mondo”.

Il Regno Unito – ha detto il premier britannico Rishi Sunak – ha inviato un “segnale forte” ai ribelli Houthi con gli attacchi condotti la notte scorsa da Londra e Washington contro diversi obiettivi nello Yemen. L’azione militare – ha aggiunto – è in risposta agli attacchi degli Houthi nel Mar Rosso, che “non possono restare impuniti”.

Per il ministro degli Esteri britannico, David Cameron gli attacchi notturni degli Stati Uniti e del Regno Unito sulle aree dello Yemen controllate dagli Houthi rappresentano un “messaggio molto chiaro” al movimento ribelle e all’Iran. Gli Stati Uniti e il Regno Unito sono stati costretti a ricorrere a mezzi militari dopo che gli Houthi hanno ignorato i loro avvertimenti e hanno continuato ad attaccare navi commerciali nel Mar Rosso, ha dichiarato Cameron in un commento a Nbc News, aggiungendo di aver discusso degli attacchi sul Mar Rosso anche con il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian.

Si mobilita, nel frattempo anche l’Unione Europea.
A quanto si apprende il Servizio di Azione Esterna dell’Unione Europea (EEAS) ha presentato la sua proposta di missione blustellata nel Mar Rosso a difesa del commercio internazionale ai 27 Paesi membri dell’Ue, in cui si propone il dislocamento di “almeno tre cacciatorpediniere o fregate antiaeree con capacità multi-missione” per almeno “un anno”. La proposta, presentata prima degli attacchi di Usa e Regno Unito in Yemen, nota che “le dimensioni esatte e la composizione dell’operazione saranno soggette a ulteriori pianificazioni operative”.

Secondo quanto riferiscono fonti di Palazzo Chigi all’Italia è stato chiesto di sottoscrivere la dichiarazione congiunta con Stati Uniti, Regno Unito e altri Paesi alleati (che il governo di Roma non ha firmato) ma non è mai stato chiesto di partecipare ai bombardamenti in Yemen. “Lavoriamo – spiegano le stesse fonti – per mantenere bassa la tensione nel Mar Rosso e siamo impegnati nella coalizione europea per garantire libera circolazione delle navi nell’area”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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