(Teleborsa) – “Vorrei approfittare di questa tornata per ritornare su un tema centrale per l’ammodernamento della pubblica amministrazione: il merito”. È quanto ha affermato in un’intervista al Messaggero pubblicata oggi il ministro della Pa Paolo Zangrillo annunciando l’introduzione di “un concetto più stringente di quello adottato fino ad oggi” cioè “la previsione di meccanismi virtuosi per assegnare gli obiettivi, giudicare le performance ed essere così capaci di premiare davvero i più meritevoli”. In questo senso, Zangrillo vede due temi da affrontare. “Il primo – spiega – è dotarci di una strumentazione adeguata. Noi abbiamo un’organizzazione ricca di competenze tecniche. Siamo carenti invece sotto l’aspetto manageriale. Io vorrei lavorare su due assi: l’attenzione ai risultati e il miglioramento dei comportamenti organizzativi, che significa saper lavorare in squadra, saper motivare le persone, gestire il cambiamento”.
In particolare, Zangrillo vuole intervenire sui dirigenti. “Il loro ruolo – afferma il ministro – non è soltanto esprimere una competenza tecnica, ma è soprattutto essere dei leader, dei gestori di risorse umane. Gestire le persone significa conoscerle, conoscere i punti di debolezza, le qualità e aiutarle a migliorare e a crescere”. I dirigenti, secondo il ministro, dovranno “gestire il percorso professionale delle nostre persone con meccanismi diversi da quelli attuali. La crescita non può essere per anzianità. Si matura un tempo in una posizione, poi si può accedere al concorso e passare alla categoria superiore. È un sistema non più al passo con i tempi. Questi meccanismi vanno ripensati”.
“Va data – conclude Zangrillo – una responsabilità ai dirigenti. Non possiamo liberarli della decisione di valutare e di premiare, anche sotto il profilo della crescita, un proprio collaboratore. Non esiste nessuna azienda nel privato che per far crescere un dipendente lo obbliga a fare un concorso”. In questo senso, il ministro non ritiene che ci sia un vincolo costituzionale. “L’articolo 97 dice che nella pubblica amministrazione si entra per concorso. Questo nessuno lo mette in discussione. Però credo che le modalità con cui si gestisce l’ascensore sociale nella Pa oggi possono essere ripensate”.