(Teleborsa) – Prosegue la marcia verso il traguardo della manovra che si prepara all’esame dell’Aula a Palazzo Madama, dove l’approdo è fissato per domani, mercoledì, con fiducia e voto finale venerdì mattina. Poi palla alla Camera, con l’approvazione definitiva attesa ad un soffio dal Capodanno, per scongiurare l’esercizio provvisorio.
Ok alle maggiori modifiche presentate dai relatori e dal governo, oltre all’emendamento unitario delle opposizioni contro la violenza sulle donne. Resta il nodo Superbonus, anche se non si esclude un intervento col Milleproroghe o addirittura un provvedimento ad hoc.
Cambia innanzitutto la discussa norma sulle pensioni di medici, enti locali, maestri e ufficiali giudiziari: si salvano dai tagli gli assegni di vecchiaia, mentre restano penalizzate le pensioni anticipate ma con un taglio più soft per i sanitari. Dirigenti medici e infermieri, inoltre, potranno restare al lavoro fino ai 70 anni: nella notte spunta anche la proposta di portare l’asticella a 72 anni, poi il dietrofront in extremis del governo. I correttivi però non bastano: i sindacati dei camici bianchi, che proprio oggi sono tornati ad incrociare le braccia, minacciano un nuovo sciopero a gennaio; e i rappresentanti dei lavoratori della Pa proseguono la mobilitazione. Per il Ponte sullo Stretto arriva la rimodulazione dei fondi.
Una manovra che ovviamente non accontenta tutti, con il capogruppo in Senato del M5s Stefano Patuanelli che la definisce “surreale” respingendo la narrazione sul superbonus colpa del governo Conte: “noi abbiamo gestito questa misura per 6 mesi, loro per 33”.
E proprio sul superbonus si lavora ancora, con la scadenza di fine anno che incombe per i condomini. La proposta non onerosa e senza proroghe di un Sal (Stato di avanzamento lavori) straordinario non entra in manovra, ma non sarebbe tramontata del tutto. Forza Italia ci spera e non esclude possa arrivare col Milleproroghe. Ma c’è anche “l’ipotesi di un provvedimento ad hoc”, annuncia Guido Liris di FdI. Il sottosegretario all’economia Federico Freni ricorda sibillino che “la posizione del governo sembra abbastanza chiara” ma prima della scadenza del 31 dicembre resta ancora qualche giorno per trattare. Se qualche novità ci sarà non arriverà infatti nel cdm dove è invece attesa la versione definitiva del decreto fiscale sull’Irpef. Con qualche modifica che tiene conto delle osservazioni del Parlamento: il taglio lineare di 260 euro delle detrazioni per i reddito sopra 50.000 euro non riguarderà più le donazioni al terzo settore e ai partiti politici. Sanata anche la discrepanza tra le nuove tre aliquote Irpef nazionali e le addizionali locali. Comuni e Regioni potranno applicare ancora quelle del 2023.