(Teleborsa) – “In quasi dieci anni di vigilanza bancaria europea siamo stati sicuramente efficaci in molti ambiti di rischio”, ma “non c’è motivo di compiacersi” e “ci sono anche ambiti in cui le banche hanno ritardato”. Lo ha affermato Frank Elderson, membro del Comitato esecutivo e vicepresidente del Consiglio di vigilanza della Banca centrale europea (BCE), in un discorso a Bruxelles.
“Ciò è particolarmente vero per la governance interna, la gestione del rischio e la sostenibilità del modello di business per i quali troppi risultati di vigilanza non sono stati pienamente affrontati per troppo tempo – ha spiegato – Ad esempio, vi è un elevato numero di risultati eccezionali relativi a debolezze nell’aggregazione e nella rendicontazione dei dati sui rischi, che rappresentava la sottocategoria della governance interna con il punteggio più basso nello SREP 2022″.
Secondo Elderson, “dopo essere passati da una start-up a un supervisore maturo, dobbiamo ora concentrarci in modo più sistematico su quali strumenti utilizziamo e in quali circostanze“. In particolare, “stiamo adottando un approccio strutturato nel pieno rispetto del principio di proporzionalità, che è un principio generale del diritto dell’Unione sancito dall’articolo 5 del trattato sull’Unione europea. Ciò significa che, una volta individuate una serie di misure potenzialmente efficaci, l’autorità di vigilanza dovrebbe sempre scegliere quella meno invasiva. Le autorità di vigilanza devono avere ben chiaro in che modo la misura scelta affronta il rischio non gestito e non coperto e perché altre misure non sarebbero altrettanto efficaci della misura scelta”.
In seguito, “utilizzando l’escalation della vigilanza, diamo alle banche sufficienti opportunità per affrontare la causa principale di un problema entro un arco temporale definito. Fortunatamente, molte banche affrontano la causa principale del problema in risposta alla nostra pressione di vigilanza e questa è la fine della storia. Ma se le banche non riescono a risolvere il problema in modo tempestivo, agiremo in modo proporzionato, ma deciso, adottando strumenti di vigilanza più invasivi”.
Nelle sue conclusioni ha detto che “le turbolenze del marzo 2023 hanno ricordato chiaramente cosa può accadere se i problemi vengono rilevati ma non risolti. Questo episodio di crisi conferma che una supervisione invasiva ed efficace è più che mai necessaria“.