(Teleborsa) – La redditività delle banche italiane si è stabilizzata su un livello elevato nel terzo trimestre del 2023, grazie agli ampi margini di interesse e ai bassi accantonamenti per perdite su prestiti, e grazie ai solidi fondamentali gli istituti sono ben posizionati per affrontare prospettive economiche più deboli e qualsiasi incertezza, in particolare riguardo alle dinamiche dei prestiti e dei depositi. Lo afferma Scope Ratings in un nuovo report sul tema.
Il campione di otto banche italiane scelto dall’agenzia di rating – , , , , , , e – ha riportato un altro ottimo insieme di risultati trimestrali, raggiungendo un ROE medio del 14%, circa 1 punto percentuale in meno rispetto al trimestre precedente.
Le tendenze del terzo trimestre erano simili a quelle osservate nel secondo trimestre. La crescita media del margine di interesse netto ha rallentato (+3,8% QoQ contro +12,5% nel secondo trimestre) a causa della combinazione del ridotto ampliamento degli spread commerciali e del calo dei volumi dei clienti. Le commissioni hanno continuato a diminuire a causa degli effetti della stagionalità e delle scarse vendite di prodotti di asset management e mercati deboli nell’investment banking.
“I fondamentali finanziari delle banche italiane sono solidissimi – ha affermato Alessandro Boratti, lead analyst di Scope per le banche italiane – Come previsto, la redditività del terzo trimestre si è stabilizzata dopo aver raggiunto il picco nel secondo trimestre. Ma gli istituti di credito italiani sono fiduciosi di poter ripetere o addirittura battere i risultati del 2023 l’anno prossimo grazie a tassi più alti, una ripresa delle commissioni, efficienza dei costi e basse perdite su crediti”.
Secondo Scope Ratings, tuttavia, le banche devono ancora “navigare in acque turbolente”. La concorrenza sui depositi potrebbe aumentare più del previsto nel 2024 tra le banche, anche a causa dei titoli di Stato rivolti agli investitori retail (come il BTP Valore). Anche le prospettive dei prestiti si stanno oscurando poiché la domanda di credito diminuisce.
“L’accresciuta tensione nel mercato dei titoli sovrani e la possibilità di una nuova windfall tax sono ulteriori rischi al ribasso – ha spiegato Boratti – ma la qualità degli asset è stabile per ora. Anche se il miglioramento dei parametri di qualità creditizia sta giungendo al termine, non vi sono ancora chiari segnali di deterioramento. Ciò è probabilmente dovuto alla resilienza delle imprese e delle famiglie, unita al lasso di tempo tra il rallentamento dell’economia reale e i default”.
Il report evidenzia anche che le posizioni patrimoniali si stanno rafforzando grazie al mantenimento degli utili e alla riduzione delle attività ponderate per il rischio. Alle banche è stato consentito di convertire l’imposta sulle entrate straordinarie sugli “extra-profitti” in riserve non distribuibili a 2,5 volte l’importo dell’imposta, quindi senza alcun impatto sui profitti e sul capitale.
“La stabilità dei depositi negli ultimi due trimestri potrebbe indicare che i clienti più esperti hanno già spostato i propri soldi dai conti correnti. Detto questo, prevediamo un maggiore logoramento dei depositi nel 2024, soprattutto se la BCE manterrà la sua politica dei tassi”, ha aggiunto Boratti.