(Teleborsa) – “Abbiamo la necessità di costruire oggi le competenze del domani, in questo il mondo dell’industria deve essere lungimirante e non ripetere gli errori del passato che ci ha portato oggi a non avere un bacino di figure professionali di vario tipo e livello per mettere a terra l’ingente piano di ammodernamento e potenziamento che dobbiamo portare avanti come Gruppo e come sistema Paese. La nuova Autostrade per l’Italia poggia proprio su una visione industriale basata sulle competenze per la rigenerazione della rete e la mobilità del futuro”. È quanto ha affermato Roberto Tomasi, amministratore delegato Autostrade per l’Italia, durante il Convegno nazionale di Ance Giovani.
“La mancanza di ingegneri e maestranze oggi – ha spiegato Tomasi – si deve al fatto che per vent’anni almeno questo Paese non ha investito in infrastrutture. Se penso all‘Autostrada del Sole, penso al coraggio di una generazione che è riuscita a costruire 800 km di nuovo tracciato in soli 8 anni, un’impresa che fu celebrata anche dal Moma con una mostra e che denota la sconfitta della nostra generazione. Quando diciamo che abbiamo bisogno di formatori per avviare i neo laureati al mondo del lavoro, ci accorgiamo che queste figure hanno i capelli bianchi perché sono gli stessi che hanno contribuito alla fase più intensa dell’infrastrutturazione del Paese che non è vicina nel tempo. Come Gruppo al nostro interno abbiamo una complessità di professioni, in Tecne, la nostra società di ingegneria, la seconda più grande in Italia, abbiamo mille dipendenti. In Amplia, che si occupa di costruzione oltre duemila dipendenti. Se pensiamo che attraverso loro svolgiamo solo un terzo dei nostri lavori, diventa evidente quanto sia necessario fare sistema, è l’accordo siglato di recente con Ance va proprio in questa direzione. Questo è un impegno che deve prendersi il mondo dell’industria, dobbiamo costruire l’intera catena delle competenze, dall’operaio all’ingegnere, perché il Paese continua a correre e non possiamo più posticipare lo sviluppo della nostra rete, penso al Passante di Bologna e alla Gronda di Genova che hanno complessità ingegneristiche che necessitano di figure temprate. Il traffico pesante cresciuto del 7% rappresenta l’economa che cresce e noi dobbiamo metterlo nella condizione di farlo continuare a muovere in modo adeguato. Il Paese – ha concluso l’Ad di Aspi – ha bisogno di portare avanti il PNRR, ma le autostrade si autofinanziano. Per realizzare queste opere dobbiamo trovare i meccanismi finanziari adeguati, che a mio avviso vanno parametrati sulla durabilità delle opere, la regola deve essere funzionale all’esigenza”.