(Teleborsa) – “Gli indicatori congiunturali più recenti suggeriscono per i prossimi mesi il permanere della fase di debolezza dell’economia italiana. Al netto dell’andamento dei fattori “esogeni” internazionali, elementi di freno alla crescita sono legati anche a condizioni di accesso al credito più rigide per famiglie e imprese e al lento recupero del potere d’acquisto delle famiglie”. Così il presidente dell’Istat, Francesco Maria Chelli, nella sua audizione alla Camera sulla NaDEF (Nota di aggiornamento al DEF) ha spiegato che “lo stimolo agli investimenti fornito dalle risorse del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) dovrebbe manifestarsi più compiutamente a partire dal 2024; la realizzazione di investimenti pubblici e riforme previste dal Pnrr sarà oltremodo rilevante per il raggiungimento degli obiettivi di crescita previsti dal Governo”.
Sebbene in calo generalizzato dalla fine dello scorso anno, il clima di incertezza rimane su livelli elevati”. L’incertezza, rileva Istat, “manifesta, nel mese di settembre, segnali di rialzo per le imprese manifatturiere e del commercio” mentre “segnali più favorevoli provengono dal settore delle costruzioni”. Per quanto riguarda le famiglie, prosegue Istat “l’indicatore di incertezza sull’andamento futuro della situazione economica familiare si è stabilizzato su livelli significativamente più bassi rispetto all’anno precedente”.
Nel complesso, la Nadef proietta le finanze pubbliche lungo un percorso di convergenza e ritorno ai vincoli europei”, ha sottolineato ancora il Presidente. “Nel 2026 – ha aggiunto – l’indebitamento netto ritorna al di sotto del 3% del PIL, grazie soprattutto ai margini di manovra forniti da saldi primari in miglioramento e nonostante il peso crescente che la spesa per interessi mantiene nell’orizzonte di programmazione. Miglioramenti più rilevanti degli indicatori di finanza pubblica sono proiettati negli anni al di fuori dell’attuale periodo di programmazione coperto dalla Nadef”.