(Teleborsa) – La prossima legge di bilancio “sara’ costruita con serietà e con la necessaria prudenza”. Lo ha detto il Ministro dell’economia, Giancarlo Giorgetti, intervenendo a Skytg24. “L’opposizione fa il suo mestiere” e critica la manovra, ma “è fondamentale che la maggioranza appoggi” l’impostazione della manovra. “Su questo sono molto confidente”, ha aggiunto.
“Questa regola aurea dell’inflazione al 2%, che è il target della BCE, non so quanto sia oggi realistica“, ha anche detto il Ministro che ha ribadito che l’inflazione entro la fine dell’anno scenderà e questa previsione e’ incorporata nella NaDEF. “Temo due fattori – ha aggiunto-: uno contingente, l’aumento del prezzo del petrolio; il secondo di dimensione globale, ossia il processo di deglobalizzazione in corso. La globalizzazione aveva tanti difetti ma ha anche introdotto nel mercato occidentale prodotti a basso costo dalla Cina e da altri Paesi. Oggi che i flussi commerciali non sono più quelli di prima, c’è la tendenza ad un innalzamento dei prezzi”.
Questo governo ha preso posizioni coraggiose sul reddito di cittadinanza e sul superbonus, posizioni che nessuno si aspettava che fossimo capaci di prendere. Ma era giusto prenderle”, ha proseguito.
Una manovra, dunque, sotto il segno della responsabilità come, del resto, Giorgetti ha ribadito in più occasioni, mettendolo anche nero su bianco. “La situazione economica e di finanza pubblica “è più delicata di quanto prefigurato in primavera”. Così Giorgetti nella premessa alla Nadef. “In una situazione in cui la finanza pubblica è gravata dall’onere degli incentivi edilizi, dal rialzo dei tassi e dal rallentamento del ciclo economico internazionale, è necessario fare scelte difficili”. Il governo ha scelto di affrontare “i problemi più impellenti – inflazione, povertà energetica e alimentare, decrescita demografica – promuovendo al contempo gli investimenti, l’innovazione, la crescita sostenibile e la capacità di reagire dell’economia.
Per garantire la sostenibilità del debito e “coerentemente con una gestione più dinamica delle partecipazioni pubbliche, il nuovo scenario programmatico prevede proventi da dismissioni pari ad almeno l’1 per cento del Pil” nel 2024-2026, afferma . Si tratterà di “dismissione di partecipazioni societarie pubbliche, rispetto alle quali esistono impegni nei confronti della Commissione europea legati alla disciplina degli aiuti di Stato, oppure la cui quota di possesso del settore pubblico eccede quella necessaria a mantenere un’opportuna coerenza e unitarietà di indirizzo strategico”.