(Teleborsa) – Come richiesto a gran voce dagli operatori negli scorsi mesi, in scia al Libro Verde del MEF e alla discussione del Ddl capitali, arriva l’emendamento governativo per rivedere il Testo Unico della Finanza (TUF) del 1998, considerato ormai datato vista l’evoluzione dei mercati finanziari negli ultimi 30 anni.
Il Governo viene delegato ad adottare, entro dodici mesi dalla data di entrata in vigore del ddl Capitali, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze e in particolare grazie alla spinta del sottosegretario Federico Freni, uno o più decreti legislativi per la riforma organica della disciplina e, ove necessario, delle disposizioni in materia di società di capitali contenute nel Codice civile applicabili anche agli emittenti.
Nell’esercizio della delega, il Governo dovrà osservare i seguenti principi e criteri direttivi: sostenere la crescita del paese, favorire l’accesso delle imprese al capitale di rischio con particolare riguardo ai mercati regolamentati; aumentare la competitività del mercato nazionale, semplificare e razionalizzare la disciplina degli emittenti, ivi inclusi il relativo sistema sanzionatorio, le modalità di elezione degli organi sociali, con riferimento alle parti correlate, e la possibilità di prevedere sistemi di moltiplicazione del diritto di voto, riducendo gli obblighi e gli oneri previsti a legislazione vigente; facilitare il passaggio dalla quotazione sui mercati non regolamentati a quelli regolamentati; rivedere le regole in materia di attività di investimento privato per favorirne la massima diffusione; semplificare le regole del governo societario anche tenendo conto delle regole previste dai codici di autodisciplina.
E ancora, tra le altre cose: prevedere un riordino e l’aggiornamento della disciplina in materia di appello al pubblico risparmio, con particolare riguardo alle offerte al pubblico di titoli e alle offerte pubbliche di acquisto e scambio; contemperare il livello degli oneri amministrativi imposti alle imprese con l’esigenza di assicurare l’efficienza, l’efficacia e la rilevanza dei controlli; assicurare un sistema coerente e integrato dei controlli interni, eliminando sovrapposizioni o duplicazioni nelle funzioni e strutture di controllo e individuando altresì adeguate forme di coordinamento.