(Teleborsa) – Durante il primo week end di Settembre si è svolta la 49° edizione del Forum “The European House – Ambrosetti”. Si tratta di un incontro internazionale di discussione, su temi principalmente economici, che vede come relatori ed animatori delle conferenze personalità come capi di Stato, ministri, premi Nobel ed economisti. Conosciuto dai più come il “Forum di Cernobbio”, l’evento è strettamente su invito ed è rivolto a presidenti, amministratori delegati e top manager dei principali gruppi imprenditoriali internazionali e nazionali, oltre ad influenti esponenti della politica internazionale. Il forum si svolge principalmente in presenza, ma negli ultimi anni la partecipazione è stata resa possibile anche da remoto, ampliando di fatto la platea internazionale.
Nato nel 1975 per volere del varesotto Ambrogio Ambrosetti, il forum è sempre stato privo di colore politico, anche se per sua natura ha sempre dato largo spazio a ministri ed esponenti del governo in carica, senza che questo ne cambiasse lo spirito. Quest’anno ad esempio hanno partecipato, tra gli altri, il ministro delle infrastrutture Matteo Salvini, il Ministro dell’ambiente Gilberto Pichetto Fratin, la leader del PD Elly Schlein e il leader dell’M5S Giuseppe Conte. La premier Giorgia Meloni ha declinato l’invito per motivi personali. Il Forum è stato invece aperto nella sua prima giornata da un intervento del presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Oltre ad essere un’occasione per i partecipanti di riprendere le fila dei lavori dopo la pausa estiva, il forum offre anche l’opportunità di valutare direttamente le reazioni e le sensazioni dei principali esponenti di aziende e politica, top manager in primis, agli eventi economici, politici e geopolitici che hanno influenzato, e probabilmente influenzeranno, il resto dell’anno. Lo staff di European House Ambrosetti infatti lancia diversi question time durante la giornata, a cui i partecipanti sono chiamati a rispondere in forma anonima. Considerato che i i presenti, come detto poco sopra, sono appunto top manager e importanti attori del panorama industriale internazionale (anche se il grosso della partecipazione è comunque italiano), le risposte fornite rappresentano uno spaccato interessante di quello che sono le sensazioni e le prospettive del mondo economico europeo. In questo articolo le abbiamo raggruppate ed analizzate brevemente.
Prima votazione: Guerra in Ucraina
Domanda: Quale impatto ha avuto il conflitto tra Russia e Ucraina in corso ormai da oltre 18 mesi sul business della Sua impresa?
- Ha danneggiato il business: 46,3%
- Ha migliorato il business: 10,5%
- Ha avuto un impatto insignificante: 34,3%
- Non so: 1,5%
I rappresentanti della business community partecipanti a Cernobbio, interrogati sugli impatti del conflitto sulle proprie imprese, hanno risposto in modo polarizzante.
Il 46,3% di loro ha dichiarato di aver subito danni al proprio business, mentre oltre un terzo dei partecipanti – il 34,3% – ha affermato che il conflitto non ha avuto un impatto significativo. Il 10,5% infine ha registrato addirittura un miglioramento, andando probabilmente a comprendere le industrie di attrezzature belliche, ma anche le industrie energetiche e di estrazione, gas in primis.
Questo televoto è stato frammentato su più domande, offrendo uno spaccato di come le aziende stanno reagendo all’inflazione ed alle altre sfide presenti sui mercati attuali.
Domanda 1:
Da 1 a 9, quanto è grave l’attuale fiammata inflattiva dei costi della sua impresa?
(1 = non preoccupante, 9 = estremamente grave)
1: 2,7%
2: 4,1%
3: 4,1%
4: 6,9%
5: 19,2%
6: 20,6%
7: 23,3%
8: 9,6%
9: 9,6%
Più del 60% dei partecipanti ha espresso preoccupazione per via di questa ondata inflattiva, ma solo meno del 20% sono seriamente preoccupati. Un altro 20% scarso invece non vede come preoccupante la situazione attuale.
Domanda 2:
Rispetto ai concorrenti come sta performando la sua impresa nel 2023?
2023 | 2022 | |
---|---|---|
Molto meglio | 14,3% | 31,4% |
Meglio | 45,7% | 34,3% |
In linea | 30% | 22,9% |
Peggio | 7,1% | 11,4% |
Molto peggio | 1,4% | 0% |
Non so | 1,4% | 0% |
Questa domanda mostra un certo freno alla ripresa “spinta” dal post covid. Un 30% vede infatti la propria impresa stabile rispetto ai concorrenti, con un incremento di quasi il 10% rispetto all’anno scorso, mentre sono circa il 7% in meno le aziende che vedono grandi miglioramenti. In ogni caso il 90% delle aziende ha una visione positiva delle proprie performance.
Domanda 3:
Con quale fatturato la sua impresa prevede di chiudere il 2023?
2023 | 2022 | |
---|---|---|
Crescita superiore al 10% | 31,2% | 56,1% |
Crescita pari o inferiore al 10% | 36,4% | 26,3% |
Stabile | 16,9% | 10,5% |
Flessione contenuta entro il 10% | 9,1% | 5,3% |
Flessione superiore al 10% | 5,2% | 1,8% |
Non so | 1,3% | 0% |
Con questa domanda i partecipanti hanno dimostrato una netta flessione del proprio ottimismo, confermando la fine della spinta evidenziata l’anno precedente. Se infatti solo il 16% delle attività prevede una flessione (contro il 10% del 2022), la maggioranza delle imprese vede il proprio outlook stabile, o con una crescita moderata (53% nel 2023 contro il 37% del 2022), mentre le aziende che prevedono di superare il 10% sono il 31% contro il 56% dell’anno scorso.
Detto con altri numeri, sono aumentate del 50% le aziende che prevedono una flessione, e sono diminuite di circa il 25% le aziende che invece prevedono una chiusura ‘di anno con una crescita importante.
Domanda 4:
Quali sono per il 2023 le previsioni di occupazione per la sua impresa?
2023 | 2022 | |
---|---|---|
Aumento di organico superiore al 10% | 13% | 23,3% |
Aumento di organico pari o inferiore al 10% | 41,6% | 38,3% |
Nessuna variazione | 33,8% | 33,3% |
Riduzione di organico entro il 10% | 7,8% | 3,3% |
Riduzione di organico superiore al 10% | 3,9% | 1,7% |
Non so | 0% | 0% |
Anche in questo caso c’è una leggera flessione rispetto all’anno precedente. Si dimezzano infatti le aziende che prevedono un importante aumento di forza lavoro, mentre raddoppiano ampiamente le aziende che prevedono una riduzione di organico. Il dato positivo è che nel complesso quasi il 90% delle imprese non prevede una riduzione (nel 2022 erano circa il 95%).
Domanda 5:
Rispetto alla media dell’ultimo triennio, quali programmi di investimento ha la sua impresa per il 2024?
2023 | 2022 | |
---|---|---|
Oltre il 20% in più | 15,% | 17,7% |
Tra il 10% e il 20% in più | 8,2% | 17,7% |
Fino al 10% in più | 30,1% | 33,3% |
In linea | 32,9% | 17,7% |
Fino al 10% in meno | 8,2% | 7,8% |
Tra il 10% e il 20% in meno | 2,7% | 3,9% |
Oltre il 20% in meno | 0% | 2% |
Non so | 2,7% | 0% |
Questa domanda è quella che misura meglio la forza con cui le imprese partecipanti hanno intenzione di reagire alla situazione attuale. Il panorama evidenzia una certa staticità delle imprese negli investimenti, con il 63% intenzionato a mantenere i valori del 2022. Il dato è comunque positivo considerato che l’anno precedente è stato caratterizzato da un deciso aumento di capitale investito (35% di aumento sopra il 10% contro il 23% di quest’anno), mentre i numeri di chi prevede una contrazione sono tutto sommato stabili.
Terza Votazione: Come vedete il mondo del futuro?
Il terzo question time ha misurato la percezione delle aziende sui temi tecnologici chiave per l’anno in corso
Domanda 1:
Come giudica il ruolo che le nuove tecnologie digitali (AI in primis) avranno sulla società nei prossimi anni?
- Cambieranno radicalmente il modo di lavorare e i rapporti sociali, con impatti essenzialmente positivi: 25%
- Avranno impatti devastanti sia per il lavoro che per le relazioni sociali: 3,1%
- Il progresso digitale è irreversibile e porta con sé miglioramenti e possibili danni sociali, e per questo necessita di regole: 68,8%
- Non so: 3,1%
Il sentimento globale in questo caso è la prudenza. In fatto di AI le imprese non possono ignorare il fenomeno, ma la necessità più condivisa è quella di una regolamentazione chiara, che possa prevedere e prevenire eventuali danni. Un quarto delle imprese partecipanti invece è pervaso dall’entusiasmo della novità.
Domanda 2:
Come giudica la settimana lavorativa di 4 giorni per la sua impresa?
- Sono favorevole: 20,8%
- Non sono favorevole, nel mio business non funzionerebbe: 36,4%
- Ci sono luci e ombre, non siamo pronti a questo cambiamento: 40,3%
- Non so: 2,6%
Quasi il 21% invece considera la propria impresa pronta a concentrare i propri sforzi lavorativi su meno giorni. L’ampia maggioranza invece (77%) non è a favore, con una maggioranza che pensa che questa sia una scelta sbagliata in generale, non solo per la propria azienda.
Domanda 3:
Ritiene che la sua azienda sia attrezzata in materia di uguaglianza di genere ed empowerment femminile:
2023 | 2022 | |
---|---|---|
Sì, siamo completamente attrezzati | 32,9% | 25% |
Sono ancora necessari alcuni investimenti | 52,6% | 60% |
No, ma possiamo ancora migliorare | 13,2% | 15% |
No, e non saremo mai attrezzati | 0% | 0% |
Non so | 1,3% | 0% |
In questo caso i numeri sono molto positivi: sono aumentate di quasi il 15% le aziende completamente attrezzate in termini di uguaglianza di genere, mentre sono moderatamente diminuite le aziende che pensano di dover ancora migliorare. Nessuna azienda ha invece affermato di non essere attrezzata. Per quanto positivi i dati non riflettono però la realtà del fenomeno; secondo un report di B-Corp infatti, a livello globale, le aziende prive di piani per abolire il gender gap sono il 41% (contro il 74% stando ai partecipanti di Cernobbio), mentre le aziende con almeno un quarto dei soci di genere femminili nel board sono il 24%.
Quarta Votazione: Il futuro della politica estera europea
Domanda: Come giudica la coerenza dell’unione europea come attore di politica estera, in questa fase delicata?
2023 | 2022 | |
---|---|---|
1 = Molto negativamente | 7,6% | 0% |
2 | 3,8% | 1,6% |
3 | 13,9% | 0% |
4 | 19% | 12,3% |
5 | 22,8% | 12,3% |
6 | 16,5% | 26,2% |
7 | 11,4% | 24,6% |
8 | 5,1% | 16,9% |
9 = Molto positivamente | 0% | 6,2% |
Questa votazione è stata forse quella che ha riportato meno ottimismo in assoluto. Se infatti i sentimenti globali verso l’operato dell’unione europea nel 2022 erano per lo più positivi (circa il 73%), nel 2023 l’ottimismo è drasticamente calato al 33% delle imprese coinvolte. Circa un terzo del totale sono anche le imprese con giudizi sotto la sufficienza, di cui quasi un quarto ha sentimenti fortemente negativi. Da notare che se nel 2022 nessuna impresa aveva giudizi molto negativi, nel 2023 il dato raggiunge quasi l’8% , mentre i giudizi molto positivi passano dal 6% del 2022 ad un laconico 0% del 2023.
Quinta votazione: l’Italia nel quadro globale
Nell’ultima votazione le imprese partecipanti al forum sono state chiamate a valutare l’operato dell’attuale governo. È interessante notare come il sentimento globale sia tendenzialmente positivo, ma se chiamati a valutare una misura in particolare la percezione sia drasticamente differente.
Domanda: Come giudica l’operato del governo Meloni a quasi un anno dal suo insediamento?
(1= Molto negativamente, 9= Molto positivamente)
1: 2,8%
2: 1,4%
3: 14,1%
4: 12,7%
5: 18,3%
6: 16,9%
7: 22,5%
8: 9,9%
9: 1,4%
A valutare positivamente il governo, come anticipato, sono stati circa il 50% dei partecipanti, mentre meno del 4% ha avuto giudizi molto negativi. La situazione è quindi tendenzialmente positiva, ma sul filo del rasoio.
Domanda: Come giudica la manovra sugli extra profitti delle banche?
(1= Molto negativamente, 9= Molto positivamente)
1: 33,3%
2: 11,5%
3: 9%
4: 9%
5: 5,1%
6: 10,3%
7: 7,7%
8: 5,1%
9: 9%
Drasticamente impopolare invece, come prevedibile, la manovra sugli extra profitti delle banche, giudicata negativamente dal 65% dei partecipanti, con una netta maggioranza con giudizi molto negativi.
Tirando le somme, lo spaccato offerto dal forum di Cernobbio mostra delle imprese tendenzialmente positive e fiduciose nei mercati e nelle possibilità di sviluppo future, ma particolarmente disilluse dalle istituzioni (sia europee che, laddove applicabile, italiane). La preoccupazione per il panorama geopolitico è in crescita, ma non ha ancora superato livelli particolarmente critici. La maggior parte dei partecipanti infine è convinta che stiamo vivendo l’inizio di un periodo di rivoluzione tecnologica, ma la fiducia nella digitalizzazione è inversamente proporzionale all’esigenza di regolamentazione in merito.