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Morti sul lavoro: 559 vittime nei primi 7 mesi 2023. Media di 80 vittime al mese

(Teleborsa) – Nei primi sette mesi del 2023 sono 559 le vittime sul lavoro in Italia, delle quali 430 in occasione di lavoro (+4,4% rispetto a luglio 2022) e 129 in itinere (-17,8% rispetto a luglio 2022). Ancora alla Lombardia va la maglia nera per il maggior numero di vittime in occasione di lavoro (74). Seguono Veneto (40), Lazio (36), Campania e Piemonte (33), Emilia Romagna (31), Puglia (29), Sicilia (26), Toscana (21), Abruzzo (16), Marche (14), Umbria e Calabria (13), Friuli Venezia Giulia (12), Trentino Alto Adige e Liguria (11), Sardegna (10), Basilicata (5) e Valle d’Aosta e Molise (1). Nei primi sette mesi del 2023 è sempre il settore Trasporti e Magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi in occasione di lavoro: sono 61. Ed è seguito dalle Costruzioni (58), dalle Attività Manifatturiere (51) e dal Commercio (32). È quanto emerge dall’ultima indagine dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering.

“Fatto il giro di boa del 2023, le proiezioni statistiche descrivono un panorama a dir poco sconfortante. Ed è avvilente constatare, per chi come noi si occupa da 14 anni di monitorare quotidianamente l’emergenza, – commenta Mauro Rossato, presidente dell’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro e Ambiente Vega Engineering di Mestre – come la situazione non accenni in alcun modo a migliorare. Anzi, come nel caso delle morti in occasione di lavoro, lo scenario diventa di mese in mese più critico con un incremento rispetto allo scorso anno del 4,4%”.

La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (154 su un totale di 430). Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a luglio 2023 sono 25, mentre 14 hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro. Gli stranieri deceduti in occasione di lavoro sono 79, mentre sono 24 quelli deceduti a causa di un infortunio in itinere. Gli stranieri registrano 33,3 morti ogni milione di occupati, contro i 16,9 italiani che perdono la vita durante il lavoro ogni milione di occupati. Il mercoledì è il giorno più luttuoso della settimana, ovvero quello in cui si sono verificati più infortuni mortali nei primi sette mesi dell’anno (20,5%).

Le denunce di infortunio sono in diminuzione del 21,9% rispetto a fine luglio 2022. Erano, infatti, 441.451 a fine luglio 2022. Nel 2023 sono scese a 344.897. E il decremento risulta essere sempre maggiormente rilevante, come del resto nei mesi precedenti, nel settore della Sanità: lo scorso anno a fine luglio le denunce erano 60.602, mentre a fine luglio 2023 sono diventate 16.389 (-73%). Altra conferma, questa, della “quasi” totale “estinzione” degli infortuni connessi al Covid dalle statistiche. “Sebbene emerga una significativa diminuzione del 21,9% degli infortuni denunciati – spiega Rossato – dobbiamo però sempre riportare alla memoria come nel 2022 fossero ancora molti gli infortuni denunciati connessi al Covid che oggi, invece, non compaiono quasi più nelle statistiche”. Anche dopo i primi sette mesi del 2023, il più elevato numero di denunce arriva dalle Attività Manifatturiere (42.807). Seguono: Costruzioni (18.727), Trasporto e Magazzinaggio (17.905), Commercio (17.303) e Sanità (16.389). Le denunce di infortunio delle lavoratrici italiane da gennaio a luglio 2023 sono state 121.095, quelle dei colleghi uomini 223.802. Sempre allarmante il dato relativo alle denunce degli infortuni dei giovanissimi: fino ai 14 anni si rilevano 30.845 denunce (circa il 9% del totale). Per chi ha un’età compresa tra i 15 e i 24 anni il rischio di morire sul lavoro è ben superiore rispetto ai colleghi che hanno un’età compresa tra i 25 e i 34 anni (15,7 infortuni mortali ogni milione di occupati contro 9,5).

La zonizzazione a colori – In zona rossa (regioni con un’incidenza infortunistica superiore al 125% dell’incidenza media nazionale) nei primi sette mesi del 2023 sono: Umbria, Abruzzo, Basilicata e Calabria. In zona arancione (regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il valore medio nazionale e il 125% dell’incidenza media nazionale): Friuli Venezia Giulia, Puglia, Marche, Trentino Alto Adige, Campania, Sicilia e Veneto. In zona gialla (regioni con un’incidenza infortunistica compresa tra il 75% dell’incidenza media nazionale e il valore medio nazionale): Piemonte, Valle D’Aosta, Liguria, Sardegna, Lombardia, Lazio ed Emilia Romagna. In zona bianca (regioni con un’incidenza infortunistica inferiore al 75% dell’incidenza media nazionale): Toscana e Molise.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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