(Teleborsa) – Il prezzo dei contratti futures del gas TTF, utilizzati dagli operatori come benchmark per il mercato europeo, mostra un ribasso di circa il 5% a 37,8 euro/MWh questa mattina, dopo la fiammata di ieri. La commodity scambiata sulla piazza di Amsterdam ha infatti segnato un +28% nella seduta di ieri, mostrando la più grande variazione da marzo 2022 e tornando a un livello che non si vedeva da giugno 2023, sebbene sia ancora in calo di oltre l’80% rispetto ai livelli senza precedenti raggiunti nell’agosto dello scorso anno.
Le quotazioni del gas sono salite tra le preoccupazioni per un potenziale sciopero in Australia, che potrebbe interrompere fino al 10% delle esportazioni globali di gas naturale liquefatto (GNL). Chevron e Woodside Energy hanno dichiarato che stanno tenendo colloqui con i sindacati per scongiurare la minaccia di scioperi presso tre importanti impianti (North West Shelf, Gorgon e Wheatstone).
Il sindacato Offshore Alliance ha detto che le riunioni di contrattazione per una migliore retribuzione continueranno giovedì e martedì prossimo prima di prendere una decisione definitiva su uno sciopero. “I nostri membri di Woodside e Chevron stanno lottando per ciò che meritano, un accordo equo e ragionevole il prima possibile, poiché sono ben consapevoli delle centinaia di milioni di dollari che queste società perderanno se un’azione industriale rallenterà le esportazioni di gas australiano”, ha detto il portavoce del sindacato Brad Gandy.
“L’ampia reazione dei prezzi in Europa rispetto all’Asia è giustificata dalle forti preoccupazioni circa l’adeguatezza delle forniture di gas europee durante l’inverno e dal fatto che l’Europa è ora più dipendente dell’Asia dalle importazioni di GNL per soddisfare il proprio fabbisogno energetico, mentre l’Asia può beneficiare di una maggiore mix energetico diversificato”, spiegano gli analisti di Intesa Sanpaolo.