(Teleborsa) – L’annuncio di una tassa sugli extraprofitti delle banche italiane, sotto forma di un prelievo mirato all’aumento del margine di interesse (NII) conseguito dagli istituti grazie all’aumento dei tassi di interesse, non influirà sui rating delle banche nazionali. Lo afferma Fitch Ratings in un report sul tema. Il prelievo “ridurrà la redditività a breve termine, ma non comporterà un abbassamento dei rating data la sua natura una tantum e l’applicazione in un momento di redditività ciclicamente elevata e coefficienti patrimoniali confortevoli”, viene sottolineato.
Fitch stima che il prelievo genererà 2,5-3 miliardi di euro, in gran parte a carico delle maggiori banche commerciali, , , , e , nonché i gruppi bancari cooperativi Gruppo Bancario Cooperativo Iccrea e Gruppo Bancario Cooperativo Cassa Centrale Banca.
“Queste banche hanno registrato una forte crescita dell’NII dalla seconda metà del 2022 poiché i tassi di interesse più elevati si sono riversati sulle loro attività, che sono per lo più a tasso variabile, ma molto meno sulle loro passività – afferma l’agenzia di rating – Le banche sono in gran parte finanziate da depositi e i loro forti franchise hanno permesso loro di limitare la trasmissione di tassi di interesse più elevati ai depositi dei clienti“.
Nella maggior parte dei casi, Fitch prevede che il prelievo raggiunga il limite dello 0,1% del totale delle attività, che equivale in media a circa 30 punti base di attività ponderate per il rischio. Ciò corrisponde al 10%-15% della previsione dell’utile netto delle banche per il 2023 e invertirà ampiamente i recenti aumenti della guidance. Nel complesso, l’erosione della generazione di capitale interno e della redditività dovrebbe essere modesta.
Secondo Fitch, le banche più piccole e più specializzate dovrebbero essere meno colpite dal prelievo poiché i loro costi di finanziamento sono generalmente aumentati più rapidamente con l’aumento dei tassi di interesse, limitando il vantaggio per l’NII. Tuttavia, il prelievo potrebbe limitare la capacità di prestito di alcune banche più piccole, poiché queste tendono ad avere riserve di capitale più ristrette e si affidano maggiormente alla generazione di capitale interno per finanziare la crescita organica.
“Se il prelievo venisse rinnovato, potrebbero sorgere rischi al ribasso per i rating, poiché l’impatto negativo sulla capacità di guadagno ridurrebbe la capacità delle banche di assorbire le perdite su crediti in caso di rallentamento economico – mette in guardia Fitch – Ciò potrebbe anche compromettere la capacità delle banche di raccogliere capitale quando necessario, in quanto minerebbe l’attrattiva del settore bancario nazionale per gli investitori“.