(Teleborsa) – Arriva qualche dettaglio in più sull’annuncio di una introduzione di una tassa sugli extraprofitti delle banche italiane, la quale ha fatto sprofondare i titoli quotati a Piazza Affari nella seduta odierna trascinando al ribasso anche le azioni della maggior parte delle banche europee su altri listini. Il decreto-legge, che introduce disposizioni urgenti a tutela degli utenti e in materia di attività economiche e investimenti strategici, è stato approvato dal Consiglio dei ministri che si è riunito lunedì 7 agosto 2023.
In dipendenza “dell’andamento dei tassi di interesse e dell’impatto sociale derivante dall’aumento delle rate dei mutui – si legge nel testo pubblicato dal governo – il decreto istituisce, per l’anno 2023, una imposta straordinaria a carico degli intermediari finanziari, escluse le società di gestione dei fondi comuni d’investimento e le società di intermediazione mobiliare di cui al Testo unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria (decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58)”.
L’imposta straordinaria è determinata applicando un’aliquota pari al 40% sul maggior valore tra: l’ammontare del margine d’interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2023 che eccede per almeno il 5% il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022; l’ammontare del margine di interesse di cui alla voce 30 del conto economico, redatto secondo gli schemi approvati dalla Banca d’Italia, relativo all’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2024 che eccede per almeno il 10% il medesimo margine nell’esercizio antecedente a quello in corso al 1° gennaio 2022.
L’imposta straordinaria sarà versata nel corso del 2024 e non sarà deducibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’imposta regionale sulle attività produttive. Le maggiori entrate derivanti da tale imposta saranno destinate al finanziamento del fondo per i mutui sulla prima casa e per interventi volti alla riduzione della pressione fiscale di famiglie e imprese, viene sottolineato.
Allargando lo sguardo all’intero intervento legislativo – che comprende una serie di norme come quelle sul caro voli o sugli investimenti esteri – viene specificato che ha lo scopo di “rifinanziare il fondo mutui sulla prima casa e individuare risorse da utilizzare per ridurre la pressione fiscale, di assicurare la tutela degli utenti dei servizi di trasporto aereo e terrestre; incentivare gli investimenti, anche in riferimento al settore dei semiconduttori e della microelettronica; intervenire su specifiche attività economicamente rilevanti, in particolare nel settore della pesca e delle produzioni vinicole”.