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Inflazione, S&P: non tornerà al target BCE prima del 2025

(Teleborsa) – S&P ha deciso di alzare le previsioni di crescita dell’eurozona per quest’anno, portandole allo 0,6% dallo 0,3%. Le stime per il 2024 sono state invece marginalmente ridotte (a 0,9% da 1%). S&P ha previsto che l’eurozona uscirà dalla stagflazione nel secondo e terzo trimestre grazie alla disinflazione e alla prima stagione turistica normale post-pandemia. Altri venti di coda post-pandemia si stanno però affievolendo e l’aumento dei tassi di interesse sta frenando la domanda.

Anche in un contesto di indebolimento del ciclo economico, S&P non ha previsto che l’eurozona cada in una profonda recessione. L’outlook a medio termine (2025-26) è più positivo di quello a breve termine (2023-24) perché la politica monetaria dovrebbe aver smesso di frenare la domanda entro due anni, il mercato del lavoro potrebbe dimostrarsi più resistente rispetto a precedenti rallentamenti, e la politica fiscale fornirà un certo sostegno grazie all’attuazione del Next Gen EU fino alla fine del 2026.

Secondo l’agenzia di rating la disinflazione dovrebbe iniziare a crescere, ma l’inflazione nell’eurozona non tornerà al target del 2% fissato dalla BCE prima del 2025. S&P ha stimato infatti che l’inflazione complessiva rallenti dall’8,4% del 2022 al 5,8% nel 2023 (5,9% nelle previsioni di marzo) e al 2,7% nel 2024. È probabile che l’inflazione di fondo superi l’inflazione complessiva dalla fine del 2023 alla metà del 2024. Secondo l’agenzia di rating, infine, la BCE cercherà di alzare nuovamente i tassi nel mese di luglio, 25 punti base in più rispetto a quanto previsto tre mesi fa, prima di fare una pausa.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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