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DDL Capitali, CONSOB: valutazione positiva ma attenzione a tutela minoranze

(Teleborsa) – La valutazione della CONSOB sul disegno di legge che mira ad aumentare la competitività del mercato italiano dei capitali “è positiva“, ma ci sono “alcune disposizioni che si auspica possano essere utilmente perfezionate nel corso dell’iter parlamentare“, in particolare sul fronte delle tutele delle minoranze. Lo ha affermato Paolo Savona, presidente della Commissione Nazionale per le Società e la Borsa (CONSOB), nel corso dell’audizione in Commissione Finanze e Tesoro sul disegno di legge “Competitività dei capitali”.

Savona ha sottolineato che la crescita ha bisogno, per finanziare strategie di sviluppo a medio e lungo termine, “di un mercato dei capitali efficiente e di dimensioni adeguate che riesca a fornire risorse finanziarie pazienti e interessate ai risultati industriali di medio e lungo periodo”.

Le leve su cui operare – tralasciando quella fiscale – sono affrontate dal disegno di legge e sono tre: accrescere la competitività dell’ordinamento nazionale attraverso una semplificazione normativa e procedurale, l’eliminazione del cosiddetto gold plating e una maggiore flessibilità e autonomia statutaria in tema di governance; incentivare la presenza degli investitori istituzionali sui mercati; diffondere l’educazione finanziaria tra i cittadini e le imprese piccole e medie.

Analizzando lo stato di salute di Piazza Affari, il numero uno della CONSOB ha detto che “oggi sembrano esserci aspettative migliori e maggior fiducia nella stabilizzazione dei mercati, nella volontà di semplificazione di norme e procedure e nel possibile snellimento dei costi. In questi primi mesi del 2023 abbiamo rivisto diverse imprese tornare a rivolgersi alla borsa e ai mercati di crescita. Rimane aperto il problema dei ridotti volumi, soprattutto del mercato delle PMI (Euronext Growth Milan), con i conseguenti problemi di liquidità che ne derivano”.

Secondo Savona è importante “riuscire a mobilizzare il risparmio attualmente improduttivo, o che prende altre destinazioni soprattutto per arbitraggi normativi o motivazioni fiscali, assicurandoci che le semplificazioni non riducano la tutela sostanziale degli investitori e degli azionisti di minoranza – ambiti nei quali l’ordinamento italiano si è sempre posto all’avanguardia”.

Sull’emissione di azioni con diritto di voto plurimo, in particolare, ha detto che la CONSOB condivide l’opportunità di una riforma della disciplina vigente in materia, procedendo anche verso una maggiore convergenza a livello europeo, pur ribadendo l’importanza di alcuni presidi a tutela delle minoranze.

Il professore ha detto che appare “necessario rilevare che la previsione di misure a favore degli aumenti di capitale, in combinato disposto con la citata proposta di estendere da tre a dieci i diritti di voto connessi alle azioni a voto plurimo, amplifica il rischio di limitare i diritti di voice delle minoranze, comportando la sostanziale capacità del socio di maggioranza, che risulti anche in possesso di azioni a voto plurimo, di far approvare una delibera assembleare di aumento di capitale esclusivamente con il proprio voto favorevole”. “Un tale effetto appare particolarmente critico con riferimento all’approvazione di operazioni di ricapitalizzazione con esclusione del diritto di opzione a favore di parti correlate”, ha aggiunto.

Inoltre, emerge “l’esigenza di adattare la normativa in materia di OPA obbligatoria, con particolare riferimento alla determinazione del prezzo dell’OPA in caso di emissione di azioni a voto plurimo. Ciò al fine di assicurare adeguate tutele a favore dei soci di minoranza, nel caso in cui il pacchetto di controllo costituito da azioni a voto plurimo venga ceduto a un prezzo che incorpora un premio di maggioranza”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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