(Teleborsa) – Nell’eurozona “l’inflazione totale ha toccato il picco lo scorso anno, ma sugli alimentari e sull’inflazione di fondo c’è ancora slancio e il picco è su quest’anno. C’è ancora tanta disinflazione che ci si attende e che arriverà nel corso di quest’anno”. Lo ha affermato il capo economista della BCE, Philip Lane, nel suo intervento al New Economy Forum a Berlino spiegando che sui tassi di interesse “le nostre future decisioni assicureranno che saranno portati a livelli sufficientemente restrittivi, per ottenere un tempestivo ritorno dell’inflazione al nostro obiettivo di medio termine del 2%. E saranno mantenuti a questi livelli tutto il tempo che sarà necessario”.
Il messaggio è chiaro: “Continueremo a mantenere un approccio basato sui dati per determinare l’appropriato livello e la durata della restrizione (monetaria). In particolare – ha proseguito Lane – le nostre decisioni sui tassi di interesse continueranno ad essere basate sulla nostra valutazione delle prospettive di inflazione, alla luce dei dati economici e finanziari che giungeranno, sulle dinamiche di fondo dei prezzi e sulla forza della trasmissione della politica monetaria”.
Secondo Lane l’era dei tassi di interesse ufficiali a zero nell’area euro è finita. Una volta che sarà superata l’attuale fase di alta inflazione, i tassi di interesse della Bce torneranno verso un “fisiologico 2%” e non si abbasseranno ai livelli visti in precedenza. È questa lì aspettativa diffusa tra economisti e operatori.
La scorsa settimana la Banca Centrale Europea ha nuovamente alzato i tassi, stavolta di 25 punti base. Si tratta di un rallentamento del percorso di inasprimento, considerando che le tre mosse precedenti erano state da 50 punti base. Di conseguenza, il tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento principale e i tassi di interesse sulla linea di rifinanziamento marginale e sulla linea di deposito saranno aumentati rispettivamente al 3,75%, 4,00% e 3,25% a partire dal 10 maggio 2023.