(Teleborsa) – Il decreto lavoro varato dal Governo nel Consiglio dei Ministri del primo maggio non piace ai sindacati che sono pronti alla mobilitazione. “È una mobilitazione importante lanciata da Cgil, Cisl e Uil, inizia sabato a Bologna, proseguirà a Milano e si concluderà a Napoli il 20 maggio, e credo che sia assolutamente importante perché quel decreto non va nella direzione di cui abbiamo bisogno”. Lo ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini, parlando con i giornalisti a margine di una iniziativa della Filcams Cgil a Firenze.
“È un decreto che allarga la precarietà, estende i voucher, liberalizza i contratti a termine, mentre una delle ragioni dei bassi salari nel nostro paese è che c’è troppa precarietà. Una delle ragioni degli infortuni, delle malattie sul lavoro, delle morti sul lavoro è la troppa precarietà. è il sistema degli appalti libero che si è determinato in questi anni, e su questi temi il decreto va nella direzione opposta di quello che noi stiamo chiedendo, e di cui c’è bisogno”, ha sottolineato. “La questione salariale non si può affrontare una tantum, c’è bisogno di interventi strutturali, questo non lo è”, inoltre, ha aggiunto, “abbiamo chiesto anche il ripristino del cosiddetto drenaggio fiscale, perché se tu aumenti il lordo ma non metti mano al sistema di tasse che c’è oggi il mio netto è sempre più basso ed è mangiato due volte dall’inflazione. E poi c’è un tema di fondo: il governo non ha messo un euro per il rinnovo dei contratti pubblici, e per aumentare i salari tu devi rinnovare tutti i contratti, sia nei settori pubblici sia nei settori privati. Se il governo come datore di lavoro per primo non mette un euro per rinnovare i contratti pubblici, è un messaggio che viene dato anche alle categorie private che devono invece arrivare al rinnovo dei contratti” ha concluso Landini.
“Noi siamo il paese che ha la precarietà più alta d’Europa, i salari più bassi d’Europa, ma i livelli di profitto più alti in assoluto. Il governo non affronta questi temi, e continua secondo noi a colpire una parte. Questo vuol dire non avere una visione, e vuol dire non essere in grado di affrontare e dare un futuro ai giovani che sono costretti in molti casi ad andarsene dal nostro paese”, prosegue Landini che chiede al Governo un maggior coinvolgimento.
“La mobilitazione l’abbiamo decisa prima di questo decreto, perché sono mesi che il governo non sta discutendo con nessuno, e in questi quattro mesi ha trovato il tempo di convocarci domenica sera alle 19 per dirci che il giorno dopo faceva un decreto”. conclude. “Così non funziona, ma non perché non c’è rispetto del sindacato, bensì perché senza il contributo e la partecipazione di chi lavora questo paese non lo si cambia”.